Bevagna/ No del Comitato Difesa Acqua e Aria ad ampliamento cava Briziarelli
BEVAGNA - In relazione alla delibera presentata nel Consiglio Comunale di Bevagna, del 12 dicembre scorso, che accerta un giacimento di cava attiva di argilla utilizzato dalla Fornaci Briziarelli F.B.M. Spa per attività estrattiva e la produzione di laterizi e che autorizza l’ampliamento della cava per oltre 2,5 milioni di metri cubi di inerti da estrarre (8 ettari di terreno), il Comitato Difesa Acqua e Aria insorge e si dichiara fortemente contrario,
Una contrarietà – si spiega in una nota – legata ai gravi problemi idrogeologici ed ambientali - già noti dal 2006 (data in cui la domanda di ampliamento da parte dell'azienda Fornaci Briziarelli è stata presentata per la prima volta al Comune di Bevagna), “che fanno di quella zona di pregio agricolo, sotto le alture storiche dell’Arquata, un’area sensibile a rischio”.
Contrarietà netta – si aggiunge – “anche a qualsiasi eventuale accordo vincolato al mantenimento tout court dell’occupazione, di cui tra l'altro, abbiamo solo sentito parlare vox populi, ma di cui, allo stato, non è stata data alcuna prova documentale ne adeguata garanzia”. Tanto più che “già nel 2006 fu formulata la prima richiesta di allargamento, a fronte della eccelsa qualità delle nostre argille, non ci furono ne ci sono mai stati nel corso degli ultimi 10 anni, investimenti mirati al mantenimento e alla fortificazione dell’azienda a Bevagna, tali da farla diventare elemento prioritario, decisivo e strategico nella produzione della holding”.
Il Comitato si dice inoltre convinto “che l’unico motivo per concedere l’allargamento della cava sia quello di pretendere un investimento cospicuo per riqualificare l’area di estrazione dismessa e quella futura, rinnovare e modernizzare i processi produttivi e proporre, con un importante piano di occupazione, la centralità dell’azienda sul nostro territorio” ad aggiunge: “Queste problematiche, non essendo mai state discusse pubblicamente con eventuali elementi di conoscenza diretta, hanno bisogno di essere partecipate e messe a conoscenza dell'opinione pubblica. Per tale ragione chiediamo ufficialmente e pubblicamente all'amministrazione rassicurazioni e garanzie che attengono alla valutazione dei rischi ambientali e idrogeologici connessi”.
“Cogliamo inoltre l'occasione, speriamo per l’ultima volta - si afferma ancora nella nota - per ribadire di non avere padrini politici, di essere estranei a qualsiasi gioco amministrativo, di non essere disposti ad essere tirati per la giacca nelle discussioni politiche e di non essere disponibili a nessuna strumentalizzazione di parte.
Riteniamo, infatti, inopportune le prese di posizione di alcuni politici locali, che in preda a ‘rimorsi’ o a ‘rigurgiti’ di fondamentalismo ambientale si ergono solo oggi a difensori strenui dell’ambiente e del paesaggio quando in passato erano disponibili all’allargamento della cava e assolutamente inerti, se non distratti, di fronte allo scempio ambientale delle nostre acque superficiali e sotterranee, tanto da boicottare qualsiasi iniziativa del nostro comitato’.
Stupore, infine, per “l’uscita pubblica degli EcoDem dell’Umbria, la corrente ambientalista del PD, i cui esponenti sono stati negli ultimi anni silenti riguardo il degrado dei fiumi della Valle Umbra Sud e assenti alle nostre iniziative e convocazioni, e solo oggi intervengono strumentalmente su questo tema, non conoscendo probabilmente tutti i problemi ambientali e idrogeologici del nostro territorio. Il PD, inoltre, è il partito che amministra abbondantemente e da tempo molti comuni della valle e che, tra l’altro, nel 2006 era favorevole all’allargamento e potenziamento dell’estrazione”.
Questa la conclusione: “Da ultimo, riteniamo in ogni caso doveroso rilevare, in coerenza con l'onestà intellettuale che rivendichiamo, che questa amministrazione, finora e per la prima volta, si è dimostrata in sintonia con i nostri rilievi e le nostre proposte, accompagnando nei luoghi istituzionali le nostre battaglie. La risultante - di cui avevamo già in programma di dar conto nelle prossime settimane - è l’accordo stilato che recepisce la nostra proposta di ristrutturazione del monitoraggio delle acque superficiali della Valle Umbra Sud, presenti il sindaco di Bevagna, il nostro comitato e lo stato maggiore dell’Arpa, direttore generale regionale, dirigenti e responsabili zonali. Non solo: oltre alla nostra proposta di monitoraggio con il posizionamento strategico di due centraline, abbiamo di fatto ottenuto - sostenuti dall'amministrazione comunale - il potenziamento dello stesso progetto dell’Arpa con una terza centralina da posizionare nelle vicinanze del Ponte di Sterpete, sull’Alveolo, per intercettare le sostanze inquinanti provenienti dalle zone di Sant’Eraclio, Torre Matigge e Trevi.
Siamo convinti che i prelievi di monitoraggio superficiali siano parzialmente indicativi, ma nel contempo rivendichiamo di aver convinto Bonifica e Arpa a sostenere le nostre convinzioni e a dare segnali ben chiari agli amministratori per la deterrenza delle zone maggiormente inquinanti.
Non vogliamo con questo tirare il carro a nessuno, nemmeno a questa amministrazione: la nostra azione, infatti, come pensiamo di aver già dimostrato in più di un'occasione, sarà sempre estremamente trasparente, chiara e inequivocabile, portata avanti solo per cercare di riportare questo territorio alla qualità ambientale e paesaggistica che le compete”.

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