“Sull’onesto uso della memoria come antidoto all’imbarbarimento”
CITTA’ DI CASTELLO - Nell’undicesimo e penultimo giorno del Festival delle Nazioni, venerdì 2 settembre 2016, il Salone dei Fasti di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio ospiterà alle ore 17.30 un incontro con Paolo Mieli per riflettere sulla prima guerra mondiale: un appuntamento dal titolo La memoria della Grande Guerra al quale parteciperanno anche Luciano Bacchetta, Sindaco di Città di Castello, e Giuliano Giubilei, presidente del Festival delle Nazioni.
«Il Festival delle Nazioni ogni anno approfondisce la cultura e la storia di un Paese – dichiara Aldo Sisillo, direttore artistico della manifestazione –: per questo è importante riflettere sulla memoria ma anche sui pericoli che un uso distorto della stessa può provocare». Tema centrale del dibattito sarà infatti «l’arma della memoria» – per citare il titolo del libro pubblicato da Paolo Mieli per Rizzoli nel 2015 – e l’onesto uso di questa come valido antidoto all’imbarbarimento.
Giornalista e storico, Paolo Mieli negli anni Settanta è stato allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo. È stato giornalista all’Espresso, poi a Repubblica e alla Stampa, di cui è stato anche direttore. Dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 ha diretto il Corriere della Sera. Tra i suoi libri per Rizzoli, Le storie, la storia (1999), Storia e politica (2001), La goccia cinese (2002) e I conti con la storia (2013), vincitore del premio Città delle rose e del premio Pavese. Del 2015 è L’arma della memoria, pubblicato sempre da Rizzoli.
In questo volume, Mieli attraverso secoli di storia con la consueta competenza e passione, ricostruendo storie grandi e piccole, facendoci guardare a fatti apparentemente noti con un occhio diverso e disincantato, perché «infinite sono le leggi che regolano lo studio del tradimento nella storia. Ma due sono superiori alle altre. La prima: chi vince non verrà mai considerato un traditore. La seconda: il tradimento è questione di date, ciò che oggi è considerato un tradimento, domani potrà essere tenuto nel conto di un atto coraggioso».

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