ORVIETO – Battaglia ai ferri corti a Orvieto sul futuro di Umbria Jaz Winter: a indossare l’elmetto Carlo Pagnotta, direttore artistico del festival, come ben noto un tipo vulcanico che va per le spicce e che se ha qualcosa da ridire non si trincea certo dietro nutili giri di parole. Questa volta ad essere presa di mira è stata la presidente di TeMa Sabrina Ceprini, l’azienda partecipata del Comune che mantiene i contatti con il team che conduce la manifestazione e che rischierebbe di mandare in frantumi questa “collaborazione”. Un danno che, se non evitato, potrebbe compromettere il futuro dell’evento Orvietano.
E sì, perché a detenere il marchio dell’evento è proprio Umbria Jazz e la minaccia, non velata, è perciò quella di trasferirlo altrove. Beninteso, non la prossima edizione, che inizierà come da programma il prossimo 24 dicembre, ma quelle future.

Questa la “minaccia” di un furioso Pagnotta che nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri nella città del Duomo, non le ha certo mandate a dire, chiarendo sin da subito che  ne lui, ne i suoi collaboratori, si considerano “impiegati di TeMa”, come a dire collaborazione sì, ma sia però chiaro che il “bastone del comando” lo teniamo noi.

Come detto, bersaglio principale di tanta ira sono stati i vertici di TeMa, ed in particolare la sua presidente, alla quale, sventolando le prove del “reato” che avrebbe commesso (documenti vari, mail ed articoli di giornale assai polemici), Pagnotta spiega di non permettere “a nessuno di dire come dobbiamo fare le cose che sappiamo fare. Specialmente dall’ultima arrivata coi soldi di papi».

Comunque Pagnotta ribadisce che per lui il festival si deve fare ad Orvieto: “Ci tengo molto”, assicura, perché questa manifestazione è nata subito bene ed è stata baciata immediatamente dal successo, e questo – ha rimarcato – “perché noi siamo abituati ha fare festival di successo” qui, come a Perugia, a Melbourne come a New York o in Cina, “però ci vogliono le condizioni”.

Poi parole dure di Pagnotta anche nei confronti del sindaco Germani - reo a suo dire di non aver preso le distanze dalla Ceprini, anzi– che  in una sua mail del 9 ottobre 2015 (definita da querela) avrebbe scritto : “di aver sborsato nel corso degli anni molti soldi per coprire il mio ‘deretano’, che sono arrogante, che gestiamo il festival sullo stile della Prima Repubblica”. E’ spetta proprio a Gemani – ha concluso Pagnotta, che ha anche respinto le accuse velate di fare un po’ quello che gli pare, come il far lavorare solo i suoi protetti – dipanare la matassa, come del resto gli aveva chiesto di fare l’assessore Cecchini.

In serata una precisazione del cda Umbria Jazz che in una breve nota afferma che «le dichiarazioni rese da Carlo Pagnotta nella conferenza stampa che ha tenuto oggi a Orvieto rispecchiano considerazioni personali, come del resto premesso dallo stesso Pagnotta. Certamente  è intenzione di tutti stabilire le migliori condizioni per continuare la più che positiva esperienza di Umbria Jazz Winter, come è interesse della comunità orvietana e più in generale dell’Umbria. Questo è l’obiettivo cui tutti sono chiamati, ciascuno per quanto di propria competenza. In questa direzione andrà l’impegno del Cda di Umbria Jazz, che non si nasconde i problemi ma che ha ben chiari il successo e le opportunità della manifestazione».

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