ORVIETO - Giungono notizie come quella di Paolini silurato, il calendario del Teatro Mancinelli stravolto, Petrillo nuovo direttore importato da fuori regione. Scompaiono le prime ed i debutti, persino l'habitué Salemme e Zingaretti, arrivano invece "novità" direttamente dall'anno 2015 come "La bisbetica domata" nella versione della pur brava Nancy Brilli, o Ghini in "Un' ora di tranquillità".

Eppure soltanto a fine marzo quanto era il MoVimento 5 Stelle a proporre una modifica dell'assetto del Teatro cittadino smarcandosi da TeMa ed aderendo al Teatro Stabile dell'Umbria le risposte patriottiche a difesa della direzione, del cartellone e della governance del teatro erano assolutamente ferme.

Andrea Taddei (PD): “Contrari alla perdita del rapporto diretto con le compagnie teatrali che in questi anni Orvieto ha costruito e che si concretizzano con la scelta del Mancinelli come sede di spettacoli e di prime nazionali”.

Assessore, Massimo Gnagnarini: “il teatro Mancinelli è motivo di soddisfazione ed elogio della nostra città. E’ un gioiello di Orvieto, sia come struttura che come tradizione culturale che il nostro Teatro ha sviluppato in molti anni di attività e che ha rasentato l’apice delle stagioni italiane del teatro. Tutto quello che è girato e che gira intorno al Teatro Mancinelli è un valore di questa città, quindi sfugge la ragione di rinunciare a questo know how e di questa lunga storia”.

Andrea Sacripanti (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale): “Teniamoci strette le poche cose che ci sono rimaste, che ci costano certo, ma che sono un nostro carattere significativo. Non dobbiamo cedere alle difficoltà del momento”.

Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “concordo con Gnagnarini. Pur con delle difficoltà la TeMa gestisce un patrimonio che è della nostra città. Quindi la proposta non è accoglibile perché di fatto il nostro teatro stabile lo abbiamo già adesso: è il Teatro Mancinelli e la gestione TeMa. Quindi lavoriamo per capire se l’Ente pubblico può gestire positivamente questi asset in modo fra loro collegato, senza abdicare le nostre peculiarità ad altri soggetti”.

Claudio Di Bartolomeo (Per andare avanti): “TeMa è un prodotto orvietano che come tale dobbiamo tutelare al pari di altri prodotti. Grazie al nuovo CdA il teatro sta rifiorendo”.

Alessandro Vignoli (Per andare avanti): “Il nostro cartellone riscuote un successo che va oltre l’Umbria, Orvieto è identificata come la città delle ‘prime’ ed è inserita inserito nel circuito del pubblico che dalla Capitale viene a teatro ad Orvieto”.

Ed eccoci qui, con quel Know How sconfessato, con la perdita delle prime nazionali, con tutti i motivi per i quali sostenere la gestione TeMa venuti meno, inclusa l'orvietanità. Insomma uno schiaffo alle posizioni della maggioranza e non commentato dal Comune che, come sappiamo, sembra essere privo dell'assessorato alla cultura nonostante venga iscritto e pesi non poco nel bilancio cittadino.

«Duole vedere il Mancinelli diventare un teatro di repliche come tante realtà della provincia italiana, duole per due motivi, parte di una stessa medaglia. Il primo è che non si è voluto aprire un confronto pur sapendo che l'esigenza di un cambiamento era sentita, e non solo un confronto politico ma anche con il mondo artistico e culturale della città. In questo senso la giusta, sacrosanta, presa di posizione di Pino Strabioli, che pure si è offerto gratuitamente per la direzione artistica, e poi la sorpresa dei politici locali nonostante la completa assenza di quell'assessorato alla cultura che dovrebbe essere mancanza un punto di riferimento, con i gestori che quindi agiscono senza render conto e senza linee guida e"Pantalone" cioè il Comune che alla fine paga soprattutto se riesce ad uscire prima dai vincoli del predissesto. Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo la coscienza a posto di aver provato ad aprire un dialogo ed a proporre alternative serie e concrete, che queste siano poi state respinte sia da maggioranza che da ex maggioranza ci sta. Certo sarebbe meglio che comincino anche a dirci come uscire dai debiti della TeMa e come recuperare un cartellone di prime nazionali, quanto all'orvietanità, che comprendiamo essere un valore localmente sentito quanto la reputazione nazionale è invece sentita nel circuito artistico, noi non saremmo contrari ad un Comune, con un nuovo ed operativo assessore alla cultura, che possa intessere un dialogo proficuo con personalità locali e nazionali come quella che è Pino Strabioli. Ma si faccia subito, prima che i danni diventino ancora più gravi».

Lucia Vergaglia, M5S Orvieto

 

 

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