70 anni di Onu: Montone si tinge di blu per chiedere la pace nel mondo
MONTONE - Sono passati ormai settant’anni da quel 1945 che vide la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. In questo lasso di tempo il mondo è cambiato. Gli assetti politici internazionali sono mutati, così come sono mutati anche gli orientamenti e talune funzioni degli organi appartenenti alle stesse Nazioni Unite. Ciò che non sembra esser cambiato è il messaggio che l’Onu cerca di far abbracciare al mondo: pace e fratellanza. Nell’anno dell’importante anniversario, questo messaggio indirizzato all’umanità intera è partito da Montone, nel cuore della verde Umbria. Questo piccolo borgo sospeso tra le colline umbre, è ora destinato a fare la storia. Proprio nella cittadina dell'Alta Valle del Tevere è stata firmata da tutte le personalità presenti la Carta di Montone, ovvero un appello per la pace mondiale.
Alla presenza del sindaco di Montone Mirco Rinaldi, hanno sfilato numerosi ambasciatori, rappresentanti di istituzioni internazionali e i maggiori prelati dell'Umbria settentrionale, uniti nel segno del comune messaggio di speranza. Per la speciale occasione, il centro storico del piccolo e suggestivo borgo umbro è stato illuminato di blu, a simboleggiare il vessillo delle Nazioni Unite. Il colore della bandiera dell’Onu ha pervaso la piazza centrale del borgo e ha illuminato la Torre Civica creando una suggestiva sceneggiatura, impreziosita dalla banda che ha prima intonato l’Inno di Mameli e poi l’inno dell’Unione Europea. Tuttavia, non si è trattato solo di un simposio di ambasciatori e cariche istituzionali bensì di un ideale collegamento tra il desiderio di pace che ha percorso tutte le epoche storiche degli ultimi duemila anni. Ad impreziosire la ricorrenza celebrata a Montone, infatti, è andata in scena una breve sfilata di abiti del ‘400 e della reliquia della Santa Spina che, fatta dono al borgo da Carlo Fortebraccio, figlio del grande condottiero perugino Braccio Andrea Fortebraccio, è stata fatta sfilare alla testa del corteo che ha raggiunto la Chiesa di San Francesco.
Nel chiostro della chiesa il sindaco di Montone e il Dott. Salvador Miguel Porcaro, presidente dell’associazione “Scoprendo l’Italia”, che ha curato l’organizzazione dell’evento, alla solenne presenza di tutti gli ambasciatori hanno acceso la Tripode della Pace. Con questo gesto simbolico tutti i presenti hanno rinnovato la fede nel messaggio di pace e speranza per l’umanità. Subito dopo la conclusione della cerimonia, la processione si è spostata all’interno della Chiesa di San Francesco. Qui Monsignor Domenico Cangian, vescovo della Diocesi di Città di Castello, ha ripercorso alcuni punti salienti della storia dell’Onu fino ad arrivare ai giorni nostri: “Questa importante organizzazione internazionale celebra il suo genetliaco in un momento particolarmente drammatico e cruento per numerose nazioni del mondo e per certi atti terroristici che ci lasciano sgomenti per la loro spietata crudezza”. Monsignor Cangian ha poi aggiunto: “Noto che i social network alimentano un quadro confuso e distorto e di polemiche trasgressive che incoraggiano l’ambizione e l’egoismo”. Dopo aver affermato la necessità di “fare un passo indietro” e aprire cuori e coscienze, il Monsignore ha ceduto la parola ai bambini della locale scuola di Montone. I piccoli allievi, intervenuti di fronte a tutte le autorità presenti, hanno posto domande semplici ma di vasta portata: “Perché non può esistere la pace?”, “Perché deve esistere la disuguaglianza che genera odio ed invidia?”, “Perché gli uomini non sono tutti uguali?”. Il toccante discorso dei bambini, simbolo e speranza del futuro, ha commosso tutti gli spettatori presenti che alla fine del discorso hanno fatto riecheggiare nella chiesa scroscianti applausi.
Al termine della cerimonia, tutti gli ambasciatori e i prelati presenti, uniti agli organizzatori dell’iniziativa, hanno sottoscritto la Carta di Montone. Nei prossimi giorni, il documento verrà trasportato sino alla sede dell’Onu a San Francisco attraverso un viaggio compiuto a bordo di un catamarano per simboleggiare non solo la pace tra gli uomini, ma anche la pace tra gli uomini e la terra nel segno di una nuova coscienza sostenibile. La via del futuro è dunque passata per l’Umbria, cuore verde d’Italia.

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