Terni/ Anniversario della dedicazione della Cattedrale e mandato ai catechisti
TERNI - Nel giorno della festa della Dedicazione della Cattedrale di Terni, domenica 25 ottobre, in una chiesa gremita di fedeli, il vescovo Giuseppe Piemontese ha consegnato il mandato per la catechesi e l’evangelizzazione agli oltre cento catechisti che prestano il loro ministero nelle ottanta parrocchie della diocesi e ai ministri straordinari della comunione.
Nell’anno santo della Misericordia, in diocesi sarà la Cattedrale di Terni al centro delle celebrazioni giubilari, che avranno inizio con l’apertura della porta della chiesa principale di Terni e della diocesi domenica 13 dicembre nella solenne celebrazione delle 17.30
Il vescovo ha sottolineato con insistenza, così come avvenuto nell’assemblea ecclesiale “Comunione e missione”, del 11 ottobre scorso, la centralità della Cattedrale, chiesa madre della comunità ecclesiale, espressione della chiesa particolare nella quale «siamo tutti attenti ad ascoltare Gesù», cenacolo dove «siamo assidui agli insegnamenti degli apostoli, alla frazione del pane, alla comunione fraterna e alla preghiera» - così come avvenuto nell’assemblea ecclesiale del 11 ottobre scorso “Comunione e missione.
Nel passato la dedicazione di una chiesa era il momento conclusivo di «un “cantiere” corale, di un’impresa di popolo, animata dalla fede, da spirito di penitenza e dall’amore per il Signore, che edificava il luogo della presenza di Dio» ha detto mons. Piemontese, che ha fatto poi un raffronto con la mentalità e la prassi in vigore oggi, presso sacerdoti e fedeli: «la comunità è spesso assente nella costruzione della propria chiesa in senso spirituale e materiale – ha sottolineato - non si sente coinvolta o non viene coinvolta nell’apporto di progetto pastorale e neppure nella collaborazione economica, di attenzione e cura del tempio. Sembra che la chiesa sia altro da noi; la missio della chiesa spetta ai preti e a qualche laico privilegiato; come pure la preoccupazione per l’edificio della chiesa e delle opere di ministero pastorale spetta di dovere al Vaticano o alla Cei o alla Curia diocesana. Non è proprio così. Il Concilio Vaticano II ha illustrato la Chiesa è Mistero, Corpo di Cristo, popolo di Dio, organismo variamente articolato, che cammina e opera insieme, in un Sinodo permanente».
Un invito ad essere chiesa comunionale è stato rivolto in particolare nel corso della celebrazione dal vescovo ai sacerdoti, catechisti, operatori pastorali e fedeli: «Tutti insieme ci ritroviamo per accogliere il dono dello Spirito e spinti dal vento divino, dirigerci, uscire nel mondo ad annunciare la buona notizia e a portare l’amore e la compassione che Gesù ha usato per noi e per tutti gli uomini. A tutti voi, desidero ricordare con insistenza il valore e l’importanza della cattedrale: il luogo centrale e di riferimento della vita di tutta la diocesi, la chiesa madre, la sorgente da cui partono gli insegnamenti e le celebrazioni delle varie chiese sparse in tutto il territorio diocesano, riferimento di tutte le singole comunità parrocchiali, piccole o grandi, nella vita ordinaria».
«Ognuno impari, cerchi e promuova la comunione col vescovo, i presbiteri e con tutta la comunità – ha concluso il vescovo-. Singolarmente rappresentiamo noi stessi; insieme rappresentiamo la Chiesa. Questo luogo è la casa e la scuola, la fucina della comunione, che parte da qui e continua nelle singole comunità. E’ il cenacolo dove insieme invochiamo lo spirito di unità . Il luogo dove ciechi, storpi, donne incinte - è la nostra umanità - camminano insieme e fiduciosi per incontrare il Signore».




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