Migrazioni, frutto perverso dei nostri tempi.
Una delle maggiori cause che determina biblici flussi migratori di popolazioni dal sud al nord del mondo, è la crisi economica che attraversa tutti i continenti.
La crisi, infatti, sta provocando un forte aumento della povertà estrema. Sia nella fascia di coloro che vivono con 1,25 dollari al giorno che quella da due dollari al giorno.
Per la Banca Mondiale l’aumento di poveri potrebbe essere di 55 milioni per la prima fascia e di 64 milioni per la seconda fascia. In totale i poveri ammontano 1,4 miliardi per la prima fascia e a 2,6 per quella superiore. Si stima, inoltre, secondo fonti del dipartimento britannico che i poveri da 1,25 dollari saliranno di altre 90 milioni di unità.
La povertà ha effetti diffusi e duraturi sulla salute e sulla speranza di vita, in specie per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti. Diminuiscono, inoltre, la quantità e la qualità delle cure mediche. Questo solo fattore provoca un aumento dei decessi tra i 200.000 e i 400.000, dei bambini in età inferiore ai 5 anni.
Nel 2007 la mortalità infantile era circa 9 milioni l’anno, questa crisi sembra riportare la quota molto al disopra di quella soglia già inaccettabile. In Africa il tasso di mortalità è 100 volte superiore a quello dei paesi sviluppati.
Malnutrizione, carenza di assistenza medica, scarsità di attrezzature biomediche adeguate e di medicinali, l’uso abituale di acqua non potabile sono le cause principali di questo olocausto.
Cresce la popolazione degli slums (agglomerato di abitazioni provvisorie ad alta densità demografica e assenza totale di servizi igienici, carenza di acqua potabile). Il 62% della popolazione nell’Africa sub-sahariana vive in slums. Se la tendenza in atto continua la popolazione degli slums toccare i 2miliardi nel 2030 e i 3 miliardi nel 2050.
Per evitare una simile catastrofe umanitaria sarebbe necessario costruire, da qui e il 2030, tra le 70.000 e 90.000 unità abitative al giorno. Un compito proibitivo anche per un’economia mondiale che fosse in forte sviluppo. La crisi in essere ha reso tale compito semplicemente improbabile.
Per loro natura il finzcapitalismo e l’ideologia che lo legittima, il neoliberalismo, sono fieri nemici dei sistemi pubblici di protezione sociale. Da almeno un trentina d’anni detti sistemi subiscono gli attacchi combinati dell’uno e dell’altra. Entro i sistemi stessi, a cominciare dalle pensioni e dalla sanità, circolano capitali dell’ordine di trilioni di euro. Se si potesse privatizzarli in misura pressoché totale, si aprirebbe un terreno amplissimo per le attività e i profitti di ogni genere di istituzione finanziaria.
Da ciò sono derivate le pressanti richieste di privatizzare tali sistemi, avanzate da organizzazioni internazionali quali l’OCSE, l’FMI, la Commissione Europea.
In sintesi la gente fugge dalla povertà provocata da questa mega struttura sociale denominata finanzcapitalismo che da oltre trent’anni esercita un potere assoluto attraverso i suoi potenti mezzi comunicativi e che è trasversale rispetto alle classiche categorie politiche. Non c’è più differenza fra potere politico ed economico. Essi coincidono perfettamente perseguendo lo stesso obiettivo.
È ora che la politica torni ad essere se stessa, ovvero, ad impegnarsi per capire e soddisfare i bisogni degli ultimi.
SINISTRA LAVORO Umbria
(Documento di adesione alla "Marcia delle donne e degli uomini scalzi" dell'Associazione SINISTRA LAVORO - Umbria)

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