GUBBIO - Martedì 25 agosto alle ore 18 presso la Galleria della Porta,  in Corso Garibaldi 33, avrà luogo l’inaugurazione della mostra di  Maurizio Diana  dal titolo “Una Figurazione Illuminata -  Gli Orizzonti e le Televisioni Monotone”. La mostra rimarrà aperta  fino  al 5 settembre tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17,30 alle 20.

Nell’anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce, proclamato dalle Nazioni Unite, assume grande rilievo l’originale creazione della “Figurazione Illuminata” che Maurizio Diana ha concepito e sviluppato a partire dal 1987, come evoluzione del suo percorso artistico dedicato alle compresenze e alla marcata dissolvenza dell’umano. 

Questa poetica contiene tre elementi concatenati: il primo naturalistico legato all’andamento alternante della luce solare, base per l’esistenza di tutti gli elementi naturali e vitali e del ciclo vita-morte; il secondo razionale, come luce dell’intelletto nell’immensità dell’universo; il terzo come rappresentazione del soprannaturale, dove l’uomo si identifica con l’immagine Divina. 

La luce è dunque l’elemento che sostiene la separazione fisica e ideale tra la composizione pittorica e il luogo reale nel quale viene formata l’immagine: i luoghi sono inseriti sulla tela (o plexiglass) dipinta attraverso suggerimenti formali e prendono consistenza e si trasformano quando la luce che illumina il quadro diminuisce; le diapositive dei luoghi stessi si inseriscono così lentamente nel tessuto pittorico, che conseguentemente muta la sua immagine.

Nel 2003 Pierre Restany osservava “Questa osmosi del fenomeno visivo prende  il suo valore nella nostra epoca in cui la fotografia subisce la grande rivoluzione numerica. Maurizio Diana è in qualche modo il precursore di questa visione composita […] il grande merito è di porre la questione dell’immagine, della sua motivazione, della sua struttura e della fatalità del suo cambiamento e della sua trasformazione. La proiezione fotografica non si limita ad un semplice fenomeno di animazione dell’intensità luminosa, essa pone il problema del destino dell’immagine e del superamento della sua composizione statica”.    

A partire dal 2010, Maurizio Diana  comprime la “Figurazione Illuminata” nello spazio ristretto delle “Le Televisioni Monotone” sulle quali Anna D’Elia ha sottolineato “Nonostante il titolo, queste ‘Televisioni’, sono tutt’altro che monotone: quante vicende, segreti, emozioni, memorie, ricordi si celano dentro l’unica immagine che vi scorre all’interno! Mentre la luce si accende e si spegne sui rispettivi volti, lo spettatore fa una duplice esperienza della relatività che, qui, non riguarda solo la percezione dell’immagine, ma il contesto della storia. Il lavoro di Maurizio Diana, scienziato e artista, parte da tali presupposti per restituire nelle sue scatole pittoriche da 50 pollici, una nuova esperienza estetica”.

E Domenico Pasquariello Dègo aggiunge: “Ed è l’immagine in movimento nel proprio spazio trasformatorio che Maurizio Diana arriva a presentarci; immagine che non è l’oggetto sequenziario di cui mostrarsi, confortarsi, o storicizzarsi secondo il tempo, ma è l’immagine del soggetto che si manifesta perché coglie e ribadisce lo spazio/mondo ri/presentabile che è un mondo di visione vedente in mutuo divenire e che, per di più, non è mai definitivo”.

 

Condividi