Rifugiati Terni/Arci replica alle accuse: notizie false,nessuno è stato cacciato
TERNI - Dalla mailing list della Rete Antifascista Ternana è partito pochi giorni fa un appello alla mobilitazione e alla lotta per impedire lo sfratto di trenta persone beneficiarie del progetto ENA (Emergenza Nord Africa), progetto che è arrivato alla sua conclusione. Nel testo del comunicato, uscito poi sui mezzi di informazione a firma del Laboratorio “Blob” (associazione facente parte dei centri giovanili del Comune di Terni) e da una sconosciuta associazione “inTerni Stranieri”, vengono lanciate gravi accuse contro chi gestisce a Terni questo progetto, la nostra Associazione e l’Associazione “San Martino”, rei di speculare sulla vita di queste persone e di averle prontamente sfrattate dalle strutture dove sono accolte.
Sono solo notizie false: nessuno dei trenta rifugiati è stato cacciato, chi fa queste accuse dovrebbe dimostrare se ci sono famiglie o singoli che sono stati cacciati via dalle abitazioni dove sono accolti, altrimenti si cerca solamente di alimentare un inutile polverone in un momento molto delicato quando ARCI e San Martino sono impegnate nella ricerca di soluzioni per aiutare queste persone, dalla ricerca di una casa a quella di un lavoro.
Ricordiamo che ENA è terminata da due anni e nonostante ciò l’assistenza e l’accoglienza è ancora garantita, forse unico caso in Italia. Precisiamo che la Prefettura, su richiesta del Ministero, ha solamente firmato la disposizione che indica la fine del progetto, niente sgomberi e niente persone lasciate sole.
Nelle dichiarazioni diffuse alla stampa da “Blob” e “inTerni Stranieri”, vengono anche fatte gravi allusioni a reati commessi nella gestione dell’emergenza da parte della nostra associazione e dalla San Martino; se gli autori di queste dichiarazioni hanno prove vadano pure a denunciarci alla Procura della Repubblica, noi siamo comunque pronti a querelare chi ci diffama.
Lavoriamo tutti i giorni su tutti i livelli, anche quello politico, per sostenere i richiedenti asilo e rifugiati presenti nel territorio, forse qualche “compagno” si annoia adesso che le scuole sono chiuse e non ci sono crocifissi da togliere e cerca così di passare il tempo alimentando una polemica che non fa certo bene a chi dice di voler difendere.

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