CITTA’ DI CASTELLO - Con 16 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello), di Fdu, Idv e Patto Civico per Città di Castello e tre astensioni di Pdl, Polo Tifernate e Lega Nord, il consiglio comunale ha approvato l’accordo tra gli otto comuni dell’Alto Tevere umbro (Citerna, Città di Castello, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino e Umbertide) e l’Asl Umbria 1 per la gestione associata del canile-rifugio comprensoriale di Mezzavia di Lerchi, nel comune di Città di Castello.

Dispositivo. Con la deliberazione, il consiglio comunale ha dato mandato al sindaco Luciano Bacchetta di stipulare come comune capofila l’accordo con le altre amministrazioni del comprensorio per la gestione in forma associata del canile-rifugio in località Mezzavia di Lerchi, nel comune di Città di Castello, così da dare continuità alla gestione del servizio dopo la cessazione da parte della Comunità Montana Alta Umbria della gestione stessa a partire dal 31 dicembre 2014 e l’assunzione transitoria da parte dell’amministrazione comunale tifernate della responsabilità di assicurare il funzionamento del servizio nelle more dell’approvazione di una nuova intesa tra gli enti altotiberini. Con l’accordo è stato stabilito anche che nell’anno 2016 verrà espletata una nuova procedura di gara per l’affidamento del canile comprensoriale al nuovo gestore.

Dibattito. L’assessore Luca Secondi ha illustrato i contenuti dell’accordo, “che – ha detto – è espressione della volontà degli otto comuni del comprensorio di tornare alla gestione associata del canile e individuare entro la fine dell’anno la procedura per la selezione del nuovo gestore della struttura”. L’assessore ha ricordato come la gestione sia affidata attualmente all’Enpa, titolare della precedente convenzione con la Comunità Montana Alta Umbria, sottolineando come in base alla precedente gara il conto economico del servizio sia stato quantificato in 170mila euro annui. “Una somma che – ha spiegato Secondi – era calcolata su una capienza del canile all’epoca di 200 animali e teneva conto che alcuni costi, come la depurazione e l’utenza elettrica, non fossero a carico del gestore, ma direttamente della Comunità Montana”. “Ecco perché – ha puntualizzato Secondi - andando a una nuova gestione il conto economico, che verrà suddiviso tra i comuni, comporterà un prevedibile incremento del 20-30 per cento dei costi, in considerazione dell’aumentata capienza della struttura a 300 animali e delle spese che dovranno essere sostenute ora direttamente dal gestore”.

L’assessore ha sottolineato come sia stata condivisa dai comuni l’esigenza di arginare il fenomeno del randagismo, attualmente rilevante, e stimolare le adozioni dei cani, proprio nell’ottica di una riduzione dei costi della struttura di accoglienza degli animali. “Il canile è un esempio di civiltà – ha concluso Secondi – dobbiamo lavorare insieme per garantire un funzionamento efficace alla struttura e politiche virtuose di sostegno alla condizione degli animali”.

Il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini ha avanzato l’esigenza della convocazione delle commissioni consiliari deputate “per valutare compiutamente, anche con un sopralluogo che ci permetta di essere consapevoli della situazione, le questioni che riguardano la gestione del canile, che non funziona bene, magari anche coinvolgendo nel confronto le associazioni per la protezione degli animali”. “E’ importante controllare i costi, in considerazione che la somma di 170 mila euro è certamente notevole e pensare di aumentarla del 30 per cento, senza valutare di modificare alcuni elementi gestionali, non mi sembra corretto”. “E’ fondamentale, invece, avere la possibilità di dare indicazioni per contenere i costi”, ha aggiunto Sassolini.

A condividere l’accordo e l’impostazione data alla questione dal Comune come capofila comprensoriale è stato il capogruppo del Pd Gionata Gatticchi, che ha ritenuto non pertinente al ruolo del consiglio comunale un sopralluogo al canile, “tanto più – ha osservato – che appare inutile andare a vedere come viene gestito oggi, in considerazione che verrà fatta una gara tra pochi mesi”. “Piuttosto mi sembra importante confrontarsi sui requisiti per la selezione del gestore in sede di gara – ha sostenuto l’esponente della maggioranza – e chiedo per questo se ci sia già un’idea e quali paletti si pensino eventualmente di mettere per garantire il funzionamento del servizio”.

“La nostra preoccupazione è di contenere le spese”, ha affermato il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini, che ha espresso perplessità per il ventilato aumento dei costi del 30 per cento. “Dire già in questa fase che ci sarà un incremento delle spese è un messaggio che non ci piace, perché preferirei che si mantenesse e anzi si abbassasse l’attuale portata economica del servizio”, ha puntualizzato il rappresentante della minoranza, che ha invitato a valutare anche l’opportunità di coinvolgere soggetti privati che operano nel settore per ricercare le economie necessarie. “Trecento animali ospitati significa che ci sono altrettanti abbandoni – ha osservato Mancini – per cui bisogna anche  intervenire con una decisa azione di repressione di certi comportamenti, anche per incamerare soldi con le sanzioni che ci permettano di ridurre i costi”.

Ad avanzare “dubbi e perplessità sull’accordo” è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti, che ha evidenziato come “il canile funzioni molto bene, grazie alla dedizione totale delle persone che con grande cuore si impegnano nella gestione della struttura”. Il consigliere del Centrodestra ha quindi sollecitato il coinvolgimento nell’accordo quanto meno anche dell’ente di protezione animale che attualmente gestisce la struttura, “come terza parte indispensabile”. Busatti ha, quindi ribadito la necessità di un confronto in commissione sul servizio prima del voto sull’accordo, “in modo da valutare a fondo i reali costi, anche con chi ora ha la responsabilità del canile”.

D’accordo sulla proposta di un confronto in commissione sulla convenzione si è detto anche il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni, che ha sostenuto l’esigenza di un’azione più incisiva contro l’abbandono degli animali e invitato a percorrere strade innovative, come avviene in altri comuni. “C’è la possibilità di emanare bandi per far adottare gli animali del canile, concedendo un semplice contributo annuo che ci permetterebbe di abbattere in modo consistente i costi del loro mantenimento”, ha proposto Cuccaroni, che ha chiesto una valutazione approfondita dei possibili scenari gestionali e delle politiche virtuose che potrebbero essere adottate.

L’assessore Secondi ha preso di nuovo la parola per dare il proprio assenso alla convocazione di una commissione sulla questione, invitando comunque a non confondere la convenzione in oggetto con i criteri di gestione. “L’accordo che poniamo in votazione rimette insieme i comuni del comprensorio, poi sarà il capitolato di gara a stabilire i criteri e allora sarà importante passare in commissione, anche con le proposte avanzate stasera per alleggerire i costi”, ha chiarito l’assessore.

Nel ribadire come l’atto in votazione fosse l’ufficializzazione dell’accordo tra i Comuni per sopperire al venir meno della Comunità Montana e nel dirsi favorevole a un confronto in commissione necessariamente successivo all’approvazione della convenzione, il sindaco Luciano Bacchetta ha sostenuto che “i costi non sono eccessivi, perché si tratta di fare delle scelte”. “Per una comunità la tutela di tutti gli animali è un fatto di grande civiltà, che comporta azioni conseguenti”, ha spiegato il sindaco, che ha evidenziato come la gestione attuale del canile sia efficiente. “L’Enpa lavora bene, in maniera assolutamente ineccepibile ed è ingeneroso dire che il canile non funziona, anche se si confronta con un contesto difficile, dato dalle dimensioni del fenomeno dell’abbandono”, ha rimarcato Bacchetta, che ha individuato “la vera questione centrale nell’educazione al non abbandono e alla gestione corretta del rapporti con gli animali”.

In sede di dichiarazioni di voto, il consigliere Mancini ha preannunciato la propria astensione in attesa del necessario approfondimento delle questioni gestionali, invitando a “una riflessione su alcuni costi eccessivi, come quello di 26 mila euro all’anno per lo smaltimento dei liquami, con prelievi ogni due giorni” e a lavorare ad un inasprimento delle sanzioni per l’abbandono dei cani fino al massimo consentito. Anche il consigliere Sassolini ha anticipato la propria astensione per l’esigenza di un confronto più approfondito, chiarendo di aver parlato di un canile che non funziona  bene a proposito del fatto che non è in grado di accogliere tutti i cani abbandonati, senza riferirsi in alcun modo agli addetti.

A dirsi favorevole è stato il capogruppo de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno, che ha invitato a “prestare attenzione alle valutazioni economiche, che devono tenere conto della reale incidenza degli aspetti gestionali, come nel caso dello smaltimento dei liquami, il quale implica il trasporto complessivamente di alcune tonnellate all’anno”. “Condivido la proposta di inasprire le pene per chi abbandona i cani”, ha concluso l’esponente della maggioranza.

D’accordo sulla convenzione si è detto anche il capogruppo del Pd Gaetano Zucchini, che ha evidenziato la positività del coinvolgimento nella gestione del canile degli otto Comuni del comprensorio, “perché – ha detto – c’è bisogno di azioni concertate per innalzare il livello di civiltà delle nostre comunità, aumentando il rispetto verso gli animali, la tutela di quelli lasciati dai padroni e garantendo anche la sicurezza pubblica, con la riduzione del fenomeno dell’abbandono”. “L’esperienza del canile è di grande civiltà è il fatto di continuare con la sinergia di otto Comuni è importante per la ricaduta economica che viene suddivisa tra gli enti e per le azioni che ogni comune adotterà per contrastare il randagismo”, ha concluso Zucchini, che ha concordato sulla proposta di esaminare in commissione anche l’eventuale coinvolgimento di soggetti privati che operano nel settore.

Favorevoli all’atto anche il capogruppo del Patto Civico per Città di Castello Cristian Braganti, che ha condiviso la necessità di approfondire in commissione la situazione dei costi, invitando a valutare anche soluzioni inedite, come il coinvolgimento delle strutture ricettive e della ristorazione per recuperare cibo da dare agli animali e abbattere così alcuni costi, e il consigliere Cuccaroni, convinto dall’impegno del sindaco e dell’assessore a convocare una commissione ad hoc.

A concludere il dibattito è stato l’assessore Secondi, che ha puntualizzato come lo smaltimento dei liquami ogni due giorni sia un parametro che richiede l’Asl e che il trattamento di queste sostanze comporti procedure speciali, con i costi necessariamente conseguenti. L’assessore ha poi sottolineato che nel bando per il servizio mensa nelle scuole è stata inserita la previsione di recuperare il cibo di scarto per il canile, ma che  attualmente in Umbria il sistema sanitario regionale è contrario a questa possibilità, mentre in altre regioni viene concessa. Quanto al randagismo, Secondi ha dato la disponibilità a valutare la possibilità di inasprire le pene pecuniarie, ricordando comunque che l’abbandono degli animali è  un reato penale.

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