GUBBIO - “Il Falconiere”, con “Il Re pescatore”, “Cesare e Lucrezia”, “Il Grande Cavaliere blu” e gli “altri” nella collocazione ideale di Palazzo del Bargello a Gubbio: sono i 20 dipinti che compongono la personale “Le donne, i Cavalier…” di Antonio Giovanni Mellone, inaugurata lo scorso 3 luglio alla Galleria d’Arte Contemporanea dell’antico edificio, in via dei Consoli.

«La nostra città è la cornice straordinaria, in sintonia per contenuti e stile, dell’opera dell’artista, studioso medioevalista e appassionato dell’epoca», ha affermato all’inaugurazione Elisa Polidori, critica d’arte e curatrice della personale con Catia Monacelli, «Questo luogo risulta forse il migliore per ospitare la mostra in cui,  con chiave coloristica, Mellone è riuscito a raccontare il tema centrale del Medioevo. Non a caso l’autore è pittore e giornalista, due fattori non scindibili perché l’aspetto comunicativo è fondamentale nella parentesi espressiva dell’artista».

All’inaugurazione, l’architetto Augusto Fenili, Gran Maestro Generale del S.O.M.T. (Sacrum Ordinis Militum Templi onlus) ha evidenziato l’interpretazione data da Mellone ai personaggi del Medioevo, protagonisti anche della mostra storico-didattica dell’Ordine “Storia dei Cavalieri Templari e della spada”, ospitata a Palazzo Bargello e appena conclusa: «Complimenti al maestro perché ha prodotto opere interessanti e che parlano dell’esperienza maturata probabilmente in anni di lavoro, rivelata anche da come tratta le componenti pittoriche. Personalmente sono rimasto più colpito da “Omaggio ai Cavalieri Templari” che ho proposto di pubblicare sul nostro sito, con un commento esplicativo dell’autore».

Da parte sua A.G. Mellone, ha illustrato le tematiche della personale: «Le opere esposte non erano previste per Gubbio, perché realizzate in precedenza, ma sono in assonanza perfetta con questa ambientazione, in pieno Medioevo. I miei sono Cavalieri della mitologia, fedeli, onesti e pronti a salire a cavallo in difesa dei deboli. Ho pensato di dedicare un quadro ai Templari che vanno rivalutati, in quanto sono stati denigrati. Invece il loro è un Ordine straordinario, nato per difendere i pellegrini in Terra Santa. In alcune mie tele si possono trovare elementi di mitologia ellenistica, ma in generale ho voluto lanciare un richiamo all’epoca da rivalutare, non solo in senso storico ma anche in campo artistico. Molti si sono ispirati ai Cavalieri, ma, a differenza degli altri, mi sono permesso un passo indietro nella storia e uno avanti nel modernismo. Dal punto di vista stilistico i critici mi ritengono un neo-espressionista, etichetta che mi rappresenta in quanto per me un quadro non è fine a se stesso, ma deve dire qualcosa, secondo la mia  deformazione giornalistica. Infine vorrei sottolineare che le donne del Medioevo non erano sottomesse come si crede: invece molte erano potenti e libere tanto da accompagnare gli uomini alle Crociate, come nella Seconda, detta appunto delle Donne (o guerriere). Perciò cerco di rivalorizzare la figura femminile che compare nei miei dipinti, come in quello del “Ritorno”, dove l’uomo a cavallo è atteso dalla donna, intesa come centro degli affetti familiari e della casa, che a un guerriero non può mancare».

A conclusione dell’incontro, i saluti di Marcello Cerbella, presidente della Società dei Balestrieri di Gubbio: «Auguro il massimo successo all’artista e alle signore che hanno valorizzato questo luogo. Ricordo che, in sinergia, l’esecuzione del nostro Palio viene affidata agli artisti che espongono a Palazzo del Bargello».

La personale “Le donne, i Cavalier…”, con titolo tratto dai versi dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, completata da una ricca cartella di disegni, resterà aperta fino al 30 luglio (con ingresso libero: dal martedì alla domenica, dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 15.00 alle 18.00).

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