di Giampiero Timossi

Infront a te. L’ultimo capi­tolo di una sto­ria infi­nita ha un titolo che sem­bra per­fetto. Die­tro l’ennesima pun­tata di un nuovo cal­cio­scom­messe c’è un Grande Fra­tello. Den­tro l’inchiesta sul cal­cio sporco, con­dotta dalla Pro­cura di Catan­zaro, sono già finiti una cin­quan­tina di inda­gati, sono stati fer­mati cal­cia­tori e diri­genti di Lega­Pro e serie D. Il loro nome è "Nes­suno", niente cal­zet­toni illu­stri, solo mezze cal­zette, per­so­naggi quasi fol­klo­ri­stici se non fos­sero accu­sati di aver con­tri­buito a con­ta­mi­nare il più apprez­zato ozio del popolo italiano. Ma soprat­tutto in que­sta vicenda c’è un filo nero che annoda e prende in ostag­gio il foot­ball e i suoi protagonisti.

Cosa è suc­cesso e cosa sta acca­dendo è negli atti dell’inchiesta cala­brese. E lo stato di salute del cal­cio ita­liano è foto­gra­fato con crudo rea­li­smo in una frase inter­cet­tata. La frase è que­sta: "Infront è Gal­liani". Lo dice Vit­to­rio Gali­gani, ex diri­gente di molte società e oggi edi­to­ria­li­sta di set­tore. Dall’altra parte del tele­fono c’è il diret­tore spor­tivo dell’Aquila, Ercole Di Nicola. Il quale chiede con­ferma a Gali­gani: "Dimmi una cosa, ma oggi lui (Lotito, ndr) è pro­prie­ta­rio di Lazio, Saler­ni­tana, Bari e Bre­scia?". E l’altro risponde: "Lui adesso, insieme a Gal­liani che è un para­culo, hanno preso anche il Bre­scia. Infront è Galliani!". Ora verrà spon­ta­neo chie­dersi per­ché ci si debba fidare dell’ennesima inter­cet­ta­zione. La rispo­sta è sem­plice: per­ché è tutto vero.

Lo stato di salute del cal­cio ita­liano è que­sto. Ci si può scan­da­liz­zare delle “papere” del match Brindisi-San Severo. Volendo si può pen­sare che die­tro la fami­glia Cali­fano, padre e figlio diret­tore spor­tivo del povero Monza, ci sia la trama di un nuovo Romanzo Cri­mi­nale. Però la verità non è questa.

I per­so­naggi chiave del cal­cio ita­liano stanno in quella chiac­chie­rata inter­cet­tata. Adriano Gal­liani, vice­pre­si­dente vica­rio e ammi­ni­stra­tore dele­gato del Milan, già squa­li­fi­cato per 5 mesi nell’ambito dell’inchiesta Cal­cio­poli del 2006. Oggi è vice­pre­si­dente della Lega, la "con­fin­du­stria" della serie A. Il suo amico si chiama Clau­dio Lotito, pre­si­dente e pro­prie­ta­rio della Lazio, pro­prie­ta­rio della Saler­ni­tana (appena pro­mossa in B) e "garante presso Infront" per il Bari cal­cio. Lotito è con­si­gliere della Figc, la fede­ra­zione che deve fare e far rispet­tare le regole del gioco.

E Infront? Eccoci: Infront Sports & Media uffi­cial­mente è un’azienda di mar­ke­ting per lo sport con sede in Sviz­zera. La com­pa­gnia, nata nel 2002, gesti­sce i diritti di mar­ke­ting e media­tici degli eventi spor­tivi inter­na­zio­nali e delle fede­ra­zioni spor­tive. Infront nel feb­braio di quest’anno è stata acqui­stata dalla Dalian Wanda Group, società cinese che gesti­sce anche cinema e alber­ghi, ma che ha nelle spe­cu­la­zioni immo­bi­liari il suo sto­rico core-business.

Marco Boga­relli, lega­tis­simo a Gal­liani (ma ha smen­tito di aver lavo­rato per Finin­vest) ora è il pre­si­dente di Infront Ita­lia. È lui che distri­bui­sce i soldi dei diritti tele­vi­sivi. E che sostiene così anche le avven­ture impren­di­to­riali di Lotito, con Lazio, Saler­ni­tana e Bari.

Ultimo obiet­tivo del colosso Infront-Wanda è stato il Bre­scia, società sto­rica nella quale hanno gio­cato Bag­gio e Guar­diola. E’ appena finita tri­ste­mente in Lega Pro, ma è stata eco­no­mi­ca­mente “sal­vata” dai cinesi. A diri­gere le ope­ra­zioni un’altra sto­rica cono­scenza del cal­cio ita­liano, Rinaldo Sagra­mola. Già mana­ger nel Palermo di Zam­pa­rini, oggi è diret­tore gene­rale e ad del club lom­bardo. Non si era ancora inse­diato che aveva già pre­sen­tato il pro­getto per il nuovo sta­dio di Bre­scia. Così, come piace tanto ai costrut­tori del gruppo Wanda. Una colata di cemento sep­pel­lirà un altro scan­dalo. Finirà così, potete scommetterci.

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