Un'idea di scuola
Credo che compito precipuo della scuola sia quello di sviluppare, nelle giovani generazioni, lo spirito critico, la curiosità e la capacità di ragionare nell'obiettivo guardare al futuro con buone possibilità di successo. Il valore aggiunto delle opportunità tecnologiche, oggi in offerta, impongono una svolta all'organizzazione strutturale della scuola, in due passaggi non più rinviabili:
1) termine del corso di studi superiore a 16 anni; percorso valido anche per l'accesso all'Università.
2) sostituzione del titolo di studio ( e con esso l'abolizione dell'esame di Stato) con il libretto delle conoscenze e delle competenze, ove i docenti certificheranno ciò che gli studenti hanno effettivamente acquisito (si evitano con ciò anche le ripetenze). Innovativa procedura su cui valutare la scuola e i docenti.
Tenendo presente che l'obiettivo finale di coloro che completano il ciclo degli studi prescelti è il lavoro, l'introduzione dell'Alternanza scuola-Lavoro rappresenta una parte importante per la formazione dei giovani. Inoltre, l'estensione ai tirocini estivi consente di acquisire quelle competenze che il sistema produttivo e sociale auspica da tempo. L'orientamento assume la funzione fondamentale per motivare agli studi e per fare le scelte consapevoli nel contesto delle vocazionalità del territorio e dei propri interessi.
La domanda che dobbiamo porci: la tanto declamata buona scuola è in grado di inserirsi nel sociale e nello sviluppo economico del territorio?
In una scuola di qualità si è dell'opinione che la procedura concorsuale assicura la scelta del migliore, soddisfa il principio d'eguaglianza, garantisce l'imparzialità dell'amministrazione. L'assunzione di responsabilità, dei Dirigenti scolastici e dei docenti, costituisce la pietra miliare per un'obiettiva valutazione della scuola, fondata prevalentemente sul monitoraggio degli apprendimenti e dei risultati raggiunti dagli studenti.
Altro problema scottante e non rinviabile riguarda il riconoscimento sociale ed economico degli insegnanti, anche in rapporto alle condizioni vigenti negli altri Paesi dell'UE. Su questi problemi dobbiamo riflettere ed avere il coraggio di investire. La percentuale di PIL dall'Italia riservata alla scuola è notevolmente inferiore a tutti gli altri stati europei che vedono nella scuola la strategia più idonea per assicurarsi il futuro e per superare l'attuale crisi.
Giocondo Talamonti

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