PERUGIA - "A mensa riconciliati con Dio, con gli uomini, con noi stessi e con il creato, ma anche con una attenzione verso gli ultimi": ecco il messaggio che emerge dall'affresco di Giotto "Morte del cavaliere da Celano" presente nella Basilica Superiore di San Francesco e ricordato oggi da padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro convento, in occasione dell'Expo di Milano, dove i frati sono presenti con diverse iniziative.

"Il Santo - ha spiegato padre Fortunato - invita a confessare i propri peccati prima di mangiare, per essere a tavola con l'altro con la coscienza retta e non corrotta: 'Vinto dalle tue preghiere sono entrato per mangiare in casa tua. Adesso obbedisci subito al mio avvertimento, poiche' tu non qui mangerai, ma in altro luogo. Confessa con devozione e contrizione le tue colpe, e non resti peccato in te che non confessi. Oggi il Signore ti ricompensera' perche' hai cosi' devotamente accolto i suoi poverelli' (FF 864)".

"Da qui - ha sottolineato il francescano - il monito a vivere tutto cio' che ruota intorno al cibo con limpidezza, quindi a non essere corruttori, corrotti o corruttibili". 

I biografi di San Francesco - spiega il sacro convento - raccontano di pasti frugali con pane e acqua, al massimo accompagnati dalle erbe e dai frutti dell'orto, che il Santo condivideva con i primi compagni nel tugurio di Rivotorto, o in compagnia di Chiara alla Porziuncola. Eppure nei 28 episodi della vita di San Francesco raffigurati alle pareti della Basilica di Assisi scene di banchetto compaiono in un solo episodio: ambientato a Celano in Abruzzo dove il Santo, invitato in casa di un cavaliere, gli preannuncio' la morte imminente e lo invito' a confessarsi e a regolare le cose terrene.

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