Apprendiamo dalla stampa del dibattito svoltosi in Commissione Cultura del Comune di Perugia nella giornata di martedì 29 aprile, sul tema della bi-genitorialità, dibattito nel corso del quale sarebbero state rivolte, da alcuni membri della commissione, gravi accuse ai Centri Antiviolenza dell’Umbria.

Senza entrare qui nel merito delle accuse mosse, vogliamo però esprimere perplessità e disagio per una situazione che ci vede messe sotto accusa, senza che la nostra attività e il nostro lavoro siano mai stati oggetto di discussione e confronto, anche con una nostra partecipazione diretta, all’interno del consiglio comunale.

Ci rendiamo disponibili pertanto da subito ad illustrare in maniera corretta e completa quello che è il nostro impegno quotidiano nella lotta alla violenza di genere. Impegno portato avanti - grazie ad un progetto del Dipartimento per la Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri con la partecipazione dei Comuni di Perugia e Terni - da donne che, con grandi sacrifici personali, garantiscono un servizio H24, sette giorni su sette, che, in un solo anno di attività in Umbria, ha già offerto ospitalità a 34 donne vittime di violenza e 40 minori.

Teniamo a precisare che, nonostante gli enti locali dell’Umbria si siano impegnati a sostenere economicamente i Centri Antiviolenza nelle due annualità successive all’apertura avvenuta nel 2014, tale impegno ad oggi è rimasto sulla carta. Nessuna cifra è stata ancora devoluta all’associazione Libera...mente Donna che gestisce i Centri che al momento funzionano solo grazie all’impegno volontario delle operatrici e che affrontano serie difficoltà nella gestione quotidiana delle spese correnti.

Ribadiamo dunque la nostra assoluta disponibilità al confronto, ma chiediamo rispetto per il nostro lavoro e per il nostro impegno.

 

Centri Antiviolenza di Perugia e Terni

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