PERUGIA - Parte dall'Umbria, con la firma di una carta d'intenti, una "rete di riferimento per le mutilazioni genitali femminili" ("Mgf") composta da operatori e servizi territoriali, istituzioni, associazioni, scuole, e da esperti e professionisti di vari settori che in Italia e non solo si occupano della questione.

Una rete aperta che puo' gia' vantare alcuni firmatari da tutta Italia (50 singoli, tra professionisti e ricercatori, e 15 istituzioni, pubbliche e private), promossa e coordinata dal "Centro umbro di riferimento per lo studio e la prevenzione delle mutilazioni genitali femminili", nato nel 2014 a seguito dell'intesa tra le Regioni e il dipartimento delle Pari opportunita' della Presidenza del consiglio dei ministri e in attuazione della successiva convenzione tra la Regione Umbria e la Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute di Perugia.

Il Centro, presentato stamani a Perugia insieme alla nascita della rete, in una conferenza stampa nella sede della Giunta regionale, rappresenta "un esperimento del tutto innovativo - e' stato detto - nel panorama nazionale, visto che si presenta come il primo spazio concreto per lo studio, il confronto e il dibattito antropologico intorno alle mutilazioni genitali femminili in tutte le sue declinazioni, socio-culturali, di genere e di eta'. Intende offrire supporto e consulenza a donne, famiglie, operatori socio-sanitari e della scuola, a vario titolo coinvolti".

"Rispetto ad altre realta' – ha commentato il professor Tullio Seppilli, presidente della Fondazione Angelo Celli - questo Centro e' attento alla ricerca, ma anche all'uso sociale che di questa si fa". Per Seppilli "e' importante una realta' di questo tipo che riesce a discutere di mutilazioni genitali femminili, per muoversi nella direzione del suo superamento senza pero' disprezzare le culture altre".

A portare i saluti della vice presidente della Regione Umbria, Carla Casciari, e' stato Alessandro Vestrelli, il dirigente della programmazione sociale per la Regione che ha affermato: "Abbiamo creduto molto in questa sfida che rientra nel dna di accoglienza che caratterizza la regione. La nascita del Centro, insieme a quella della rete, portera' ancora di piu' l'Umbria all'avanguardia per le politiche di integrazione".

Sono inoltre intervenute anche due antropologhe della Fondazione Celli, Sabrina Flamini e Maya Pellicciari, che hanno evidenziato come l'istituzione del Centro costituisca "l'esito di un lungo lavoro di ricerca, formazione, intervento sul tema delle Mgf che la Fondazione Celli conduce, in collaborazione con la Regione, da ormai diversi anni".

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