di Paolo Felici

 

L'uomo ha due aspirazioni principali: la giustizia e la creazione.

Personalmente, per quello che riguarda il processo civile nelle opere pubbliche, visto che sembra impossibile velocizzare i giudizi, ripristinerei a pieno l'obbligo inderogabile dei minimi tariffari, alzando, se non raddoppiando, il minimo esigibile per l'attività da leguleio. Se ciò è impossibile, in quanto gli accordi fra privati sono intoccabili, aumenterei a dismisura le tasse per una causa, facendole pagare, a sentenza avvenuta, a chi è soccombente. Il messaggio dovrebbe essere che il ricorso costa caro e che servirsene significa credere fermamente nelle proprie ragioni, dopo attenta valutazione. La prima e attesa conseguenza dovrebbe essere quella di avere una netta diminuzione di cause, probabilmente in maniera inversamente proporzionale all'aumento dei costi necessari. Il vantaggio potrebbe essere per tutti, a cominciare da chi pratica l'attività forense, che impegnerebbe, sogno di molti professionisti, la testa in meno casi, ma con maggiore concentrazione e risultato, pur mantenendo invariato l'introito complessivo. Di conseguenza, dal momento che il legale è attento, i clienti otterrebbero soddisfazioni e garanzie maggiori, con il miglioramento dell'attività giudiziaria e della giustizia in genere.

    Molte situazioni sarebbero presto risolte senza nemmeno cominciare. Specialmente nel settore delle opere pubbliche si eviterebbero molti e insensati ricorsi, soprattutto di quelli che azzardano, di quelli che cavalcano cavilli e formalità, nel segno del “proviamoci, al limite andrà male”. Rallentare il corso, già ad ostacoli, di una realizzazione pubblica porta ad aumentare il rischio che questa, quando avrà districato tutte le questioni legali, avrà problemi nella fase esecutiva, perché ci arriva con un ritardo non programmato e non previsto.

   Quando ho visto un video girato a Genova, durante la recente alluvione, in cui si sentiva urlare: “Un'altra volta! Non è possibile!”, mi si è stretto il cuore pensando che, per le ragioni suddette, un'opera può anche non arrivare in tempo. E' per questo che mi unisco allo stesso grido. Avere meno cause significa avere anche una pubblica amministrazione più efficiente, in quanto più concentrata nei servizi e non nell'assistere o seguire questioni legali.

    E' necessario fare qualcosa, oppure ci dobbiamo arrendere a chi crede di avere sempre ragione, a quelli che non soccombono mai perché tanto fanno ricorso, non umani, avversi alla creazione e alla giustizia.

www.ediliziario.it

Condividi