Nocera Umbra/ “Fatti e luoghi della memoria”: commemorati i morti a Le Fossata
NOCERA UMBRA – Con una nuova tappa di “Fatti e luoghi della memoria”, l’A.N.P.I. “17 aprile” di Nocera Umbra domenica scorsa ha ricordato l’eccidio di Collecroce (avvenuto il 17 aprile 1944 e durante il quale sono morte 25 persone) e, in particolare, le quattro persone uccise in località Le Fossata, sulla strada dell’altopiano che collega la frazione nocerina ad Annifo (Foligno).
Si tratta dei due ragazzi di Collecroce, Gervasio Cucchiarini di 18 anni e Guido Gallina di 16, e dei due padri di famiglia, Vittorio Paolucci ed Eliseo Conti, entrambi di Annifo. Tutti e quattro sono stati uccisi a Le Fossata, nel giorno dell’eccidio e dell’incendio di Collecreoce, dalle truppe nazifasciste (in appendice la loro storia).
La giornata di commemorazione ha visto la deposizione di una corona di alloro presso tutti i massi commemorativi già posati negli anni passati dall’A.N.P.I. sul territorio nocerino. La giornata è iniziata proprio a Le Fossata. Lungo la strada tra Collecroce ed Annifo, l’A.N.P.I. ha posizionato un nuovo masso con i nomi delle quattro vittime. Alla cerimonia erano presenti il presidente dell’A.N.P.I. nocerina, Francesco Mirti, il presidente dell’A.N.P.I. provinciale, Giovanni Simoncelli, il sindaco e il vicesindaco di Nocera Umbra, Giovanni Bontempi e Maria Berardi, l’assessore alle Politiche sociali di Foligno, Maura Franquillo, e il presidente dell’Aned Umbria, Maria Pizzoni. Con loro, anche i parenti delle vittime, il presidente dell’associazione Monte Selva, Domenico Leonardi, il consigliere comunale folignate Elio Graziosi, Augusto Paolucci (Flai Cgil), Rita Zampolini e Mario Bravi.
Ricordando i 70 anni dalla Liberazione nazionale e il contributo di tante donne e tanti uomini perché venisse raggiunta, anche al prezzo della loro morte, il presidente dell’A.N.P.I. nocerina ha sottolineato la necessità di mantenere vivi i valori di tanti partigiani, soprattutto “oggi che vediamo crescere nella società pericolosi linguaggi di violenza e razzismo. Questi – ha puntualizzato Francesco Mirti – impongono alla società un riflessione ed un impegno per la crescita della cultura della democrazia e della legalità”.
Anche per questo, l’A.N.P.I si impegna nel portare avanti il ricordo di quelle persone che sono state uccise dalla barbarie nazifascista. “Con ‘Fatti e luoghi della memoria’ – ha proseguito – ci impegniamo da alcuni anni a mappare il territorio e a segnalare in loco il luoghi delle uccisioni, perché non ne vada perso il ricordo e, con esso, il messaggio di libertà e pace da trasmettere alle giovani generazioni, come presidio in difesa dei valori che hanno caratterizzato la lotta di Liberazione”.
Ad intervenire anche il sindaco di Nocera, Giovanni Bontempi, che ha sottolineato l’importanza di ricordare le vittime, “che 70 anni fa – ha detto – hanno dato la vita per costruire l’Italia. Questi incontri sono importanti per far sì che si mantenga il ricordo delle persone e si trasmettano gli ideali di libertà e giustizia, da rivolgere alle le giovani generazioni”.
A ricordare il sacrificio delle vittime, anche l’assessore folignate Maura Franquillo. “Dobbiamo ricordare quegli uomini che avevano rispetto per il territorio e per le persone – ha detto – per dare valore alle loro vite e portare avanti i valori di democrazia e libertà. Il mio auspicio è che questi valori vengano accolti dalle nuove generazioni, che saranno la classe dirigente del futuro, e che spero sapranno cogliere l’occasione di raccogliere il testimone della tutela della memoria storica”.
Il percorso della passeggiata è proseguito poi a Collecroce, per ricordare tutti i morti dell’eccidio, in località Fonte del Trocco (luogo dell’uccisione de Bernardino Tiribuzi, Francesco Capocci e Nazzareno Capocci), Castiglioni (Giuseppe Squarta e Achille Staccioni), località Ponte Vallerice (Giovanni Tribuzi); Le Prata (luogo del prelevamento di Giuseppe Squarta e Achille Staccioni), e infine Sorifa (Bartolomeo Armillei).
Il ricordo delle vittime
Gervasio Cucchiarini (18 anni) e Guido Gallina (16 anni) erano poco più che ragazzi, al momento della loro morte. Vittorio Paolucci ed Eliso Conti, due padri di famiglia. Ad accomunare le loro storie, la triste fine.
La storia delle loro ultime ore ce la racconta la testimonianza[1] di Alfonso Guerra, parroco di Mosciano (Nocera Umbra), che racconta del movimento partigiano nelle frazioni della suo parrocchia e dell’eccidio nazifascista del 17 aprile 1944. Quel giorno, in cui saranno molte le persone a perdere la vita (25, tra partigiani e “civili”), proprio nell’abitato di Collecroce avviene uno dei più grossi scontri fra partigiani e truppe nazifasciste. Alla fine, il paese viene dato alle fiamme. Ma prima i soldati tedeschi ordinano la requisizione di alcune vettovaglie, che vengono caricate su due carri. Obbligano, quindi, quatto “giovanetti” del paese a condurre i carri ad Annifo, dove si trovava il comando delle SS. Due di questi sono Gervasio Cucchiarini e Guido Gallina. Sulla strada per Annifo, nel piano di Collecroce, i due ragazzi incontrano due uomini, due padri di famiglia sui quarant’anni, che, visto il fumo provenire da Collecroce, si erano diretti verso il paese per dare aiuto. Sono, questi due uomini, Vittorio Paolucci ed Eliseo Conti.
I due ragazzi raccontano loro la situazione e sconsigliano di proseguire verso Collecroce. Così i quattro si dirigono insieme, con il carro, verso Annifo. “Ma le sentinelle appostate – dice don Alfonso Guerra – intimano a tutti e quattro di avvicinarsi, ma giunti a pochi passi, li falciano tutti e quattro col mitra”.

Recent comments
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago
12 years 9 weeks ago