Costacciaro: Enrico Pieri racconta ai ragazzi la strage di Sant’Anna di Stazzema
COSTACCIARO - Nell’ambito delle giornate dedicate alla memoria, sabato scorso, 18 aprile, L’Istituto scolastico comprensivo di Sigillo ha organizzato un incontro fra i ragazzi delle classi quinte della scuola primaria, quelli delle classi I, II e III della secondaria di Costacciaro, quelli della classe III della secondaria di Scheggia ed Enrico Pieri, testimone oculare della strage di Sant’Anna di Stazzema, uno degli episodi più efferati ed incomprensibili di tutta la Resistenza.
All’incontro, svoltosi presso la sala San Marco di Costacciaro, alle 10,30, erano presenti, oltre al testimone, oggi ottantunenne, accompagnato dalla moglie a dai figli, anche il maestro Aldo Menichetti, grazie al quale è stato possibile organizzare l’incontro, Giorgio Sollevanti, presidente del Comitato XL Martiri di Gubbio, e la prof.ssa Patrizia Biscarini, in rappresentanza della dirigente scolastica e della Vicaria, e il sindaco di Costacciaro, Andrea Capponi.
Dopo un’introduzione, con la quale si è ricordata la fucilazione dei Quaranta martiri di Gubbio e si è brevemente ripercorsa la vicenda del massacro di Sant’Anna di Stazzema, durante il quale una colonna dell’esercito tedesco, guidata dalle SS, compì il massacro premeditato ed immotivato di 560 civili, in gran parte donne, anziani e bambini, Enrico Pieri ha riferito quello che vide in quell’atroce mattina del 12 agosto 1944, quando l’esercito tedesco, guidato da alcuni collaborazionisti fascisti, piombò in paese ed iniziò a rastrellare donne, anziani e bambini, a rinchiuderli nelle abitazioni e ad ucciderli con bombe a mano, mitragliatrici ed ogni mezzo.
Pieri, che aveva solo 10 anni all’epoca dei fatti, si salvò unicamente perché una sua vicina di casa, poco più grande di lui, lo fece nascondere in un sottoscala, mentre le loro famiglie, ammassate dai tedeschi in una stanza, venivano massacrate a colpi di mitragliatrice. Nella sua testimonianza, che i bambini e i ragazzi di Costacciaro e Scheggia, unitamente agli altri partecipanti, hanno ascoltato commossi, Enrico Pieri ha raccontato anche la sua dura esperienza di crescere senza genitori, visto che perse nella strage tutta la sua famiglia e i parenti più stretti; le vicende che lo portarono ad emigrare in Svizzera e, dopo un iniziale e comprensibile rancore verso i tedeschi, il progressivo perdono e riavvicinamento ai tedeschi, “un popolo fondamentale per la costruzione di un’Europa unita e senza più guerre”.
Stimolato dalle tante domande dei bambini e dei ragazzi, Pieri ha raccontato come si sia poi recato in Germania a raccontare la propria esperienza, ricevendo solidarietà e lo stimolo a raccontare ancora, specie ai giovani, la sua personale e tragica vicenda, sulla quale non debbono nascere risentimento e vendetta ma la spinta verso la convivenza pacifica dei popoli e la garanzia che mai più simili atti barbarici vengano perpetrati.
Al termine del dibattito, in un’atmosfera davvero commossa, dopo la lettura di una poesia dedicata da alcuni bambini di una scuola elementare di Gubbio alla strage di sant’Anna di Stazzema, Pieri ha ricevuto l’abbraccio (reale e sentito) di insegnanti e ragazzi, che lo hanno ringraziato per la sua testimonianza e per il suo impegno.
Pierluigi Gioia

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