(di Paolo Occhiuto) (ANSA) - PERUGIA - Il Festival del giornalismo in corso a Perugia, che ha la liberta' di espressione tra i temi principali, non poteva "bucare" la memoria di Charlie Hebdo. Lo ha fatto questo pomeriggio invitando i due videomaker francesi Jerome Lambe'rt e Philippe Picard che nel 2006, quando non si poteva neanche immaginare il dramma che sarebbe esploso il 7 gennaio 2015 a Parigi, realizzarono il documentario "Cabu, politiquement incorrect!".

Protagonista e' Jean Cabut, in arte Cabu, con Charb e Wolinski uno dei disegnatori storici della rivista e piu' in generale della satira francese, spirito libero e anarcoide, dissacratore, anticonformista. Quando fu assassinato nell'attacco terrorista a Charlie, Cabu aveva 76 anni e aveva passato la vita a combattere, attraverso la forza corrosiva della satira, i fondamentalismi di ogni genere. Jean Luc Godard di lui aveva detto che era il migliore giornalista francese.

Il film, proiettato con i sottotitoli in inglese e introdotto da Luca Bottura, fa vedere tra l'altro anche alcuni momenti di una giornata qualunque di lavoro di Cabu e dei suoi colleghi di redazione. Il documento e' oggi ancora piu' prezioso perche' permette, attraverso le testimonianze dei disegnatori, di entrare direttamente nello spirito del giornale e nel suo modo di fare giornalismo libero e senza sconti. E risponde anche ad una domanda posta dal conduttore della serata, ovvero cosa e' la satira: e' onesta' intellettuale, coraggio e verita' da raccontare.

E anche Cabu nel documentario racconta se stesso ed il suo lungo percorso di vita e di lavoro, a partire dalle vicende della guerra di Algeria, che quasi inevitabilmente sfociarono in un feroce antimilitarismo, tratto distintivo del disegnatore di Charlie. Ma il film e' anche a suo modo un ripercorrere la storia recente della Francia e delle sue trasformazioni politiche e sociali, che la matita di Cabu ha interpretato nel suo stile. Ed ogni tanto, nel film, colpisce la risata sbarazzina di quell'eterno ragazzo con i capelli a caschetto e gli occhialini tondi che scorticava i potenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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