PERUGIA - “Nel concetto di ‘misericordia’ non c’è un valore pietistico, ma c’è tutta la tenerezza del cuore di Dio”. E’ quanto ha ribadito Mons. Giuseppe Chiaretti, Vescovo emerito della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, durante l’Omelia della Santa Messa che, domenica 12 aprile a Ponte Pattoli ha preceduto il Pranzo di solidarietà  nel salone della parrocchia. Un appuntamento, nato lo scorso anno, fortemente voluto dal Gruppo di Preghiera ed Opere intitolato alla Divina Misercordia, con il supporto di Caritas e Parrocchia, nella giornata della ricorrenza istituita da Papa Giovanni Paolo II, il Pontefice Santo.

A partecipare circa 240 persone, di ogni età, razza, religione, Paese d’origine; famiglie intere con molti bambini, amorevolmente seguite da un gruppo di una trentina di volontari e volontarie al lavoro da giorni per la riuscita di un’iniziativa da non circoscrivere in un mero ‘offrire il cibo’ bensì in un modo per creare comunione.

Ospiti apprezzati, il Sindaco di Perugia, Andrea Romizi, che, come detto dal Parroco Don Gustavo “si era preso l’impegno ad essere con noi e lo ha mantenuto”, la direttrice della Caritas diocesana Daniela Monni, alcuni membri della grande famiglia di Vittorio Trancanelli, con la moglie Rosalia Sabatini che ha mostrato un video dell’esperienza vissuta con il marito, medico chirurgo scomparso il 24 giugno 1998, ispiratore e fondatore dell’Associazione “Alla Querce di Mamre”. Esempi di una vita trascorsa all’insegna della condivisione, riproposti nello spirito di una Festa coincidente con la prima domenica dopo Pasqua e che come Papa Wojtyla disse nel giorno della beatificazione di Suor Faustina Kowalska, il 18 aprile 1993, sa mostrare “il modo in cui la devozione a Gesù Misericordioso si fa strada nel mondo contemporaneo e conquista tanti cuori umani! Un segno del nostro XX secolo”.

Nel vedere, infatti, con quanta sollecitudine tutti gli operatori si facevano carico di tutti i commensali, attenti, ad esempio, a non proporre cibi a quanti hanno particolari prescrizioni religiose o a consegnare, alla fine del pranzo, ai meno fortunati i pacchi solidali contenenti alimenti, è stato, inevitabile riflettere sulla bontà, sul bisogno di aiuto e di notizie rassicuranti. “Non facciamoci schiacciare da quanto di brutto si vede intorno”, c’era chi diceva, “i nostri bambini giocano insieme e nei loro sorrisi si vede tanta speranza” ed ancora “possiamo farcela a costruire un mondo migliore”.

Parole accolte dalla fondatrice del Gruppo di Preghiera ed Opere, Graziella Tabarrini, come fossero una delle canzoni proposte da duo musicale che ha animato il convivio. “Quello che ci sforziamo di fare – ha ripetuto – è stare vicino. Dio non ha barriere, né colore della pelle, né preferenze. La preghiera ci aiuta e, proprio grazie alla forza della preghiera si attuano le opere. Queste, possono essere piccole cose, ma il cuore di Dio è grande e, nel suo nome, lo può diventare anche il nostro”. Tutte le offerte raccolte durante la giornata, detratte le spese vive, andranno a sostenere i poveri della parrocchia ed i progetti di solidarietà.

Condividi