PERUGIA - Partita da Palazzo Cesaroni la campagna di comunicazione promossa dal Corecom Umbria e dalla sezione "Educazione alla cittadinanza", in collaborazione con il compartimento regionale della polizia postale e delle comunicazioni, per promuovere un uso responsabile e positivo dei nuovi media: e' il progetto "Educare alla rete", rivolto a ragazzi dagli 11 ai 16 anni.

Lo scopo del progetto - e' detto in una nota della Regione - e' quello di creare un polo di riferimento per la realizzazione di programmi di educazione e sensibilizzazione, finalizzati ad assicurare un utilizzo positivo e consapevole dei nuovi media. Si rivolge a una platea di adulti, genitori, insegnanti, bambini e adolescenti. I piu' giovani saranno invitati a raccontare la loro esperienza on-line in maniera giocosa, per condividere i lati buoni e meno buoni della rete, al fine di approfondire alcuni punti fondamentali sull'utilizzo consapevole di internet: privacy, prudenza con chi si conosce on-line, cyberbullismo, sexting (scambio messaggi o immagini di nudo o sessualmente esplicite), grooming (adescamento di minorenni da parte di adulti), pedopornografia, videogiochi.

Protagonisti iniziali di questo progetto - prosegue la nota - sono stati i ragazzi e le ragazze delle terze classi (sezioni B, H e I) del Liceo Scientifico "Alessi" di Perugia che, suddivisi in piccoli gruppi, hanno discusso di privacy e social network, big data e acquisti online. I documenti  prodotti nel corso della mattinata sono stati poi discussi in seduta plenaria con la Polizia postale e delle comunicazioni, rappresentata dal direttore tecnico Mirko Pellegrino e dagli assistenti capo Claudio Trifici e Mirko Gregori.

Si e' parlato dell'importanza di limitare l'esposizione di dati personali o immagini nella rete e dell'enorme volume di affari - legali perche' accettando le regole dei social si da' il proprio consenso - innescato dalla pubblicazione in rete dei propri dati personali, gusti e inclinazioni.

"Il fenomeno 'Big data' - hanno spiegato i poliziotti ai ragazzi del liceo - e' il petrolio del futuro, perche' muove enormi quantita' di denaro attraverso l'utilizzo a scopi commerciali dei dati personali inerenti le abitudini degli utenti da parte di societa' che forniscono servizi a titolo gratuito. Utilizzando gli smartphone o semplicemente facendo ricerche su Google veniamo 'profilati' e i nostri dati possono essere venduti. Cosa ci faranno non possiamo saperlo, quindi e' importante limitarsi".

I ragazzi hanno esposto i risultati delle loro riflessioni elaborate in gruppi, scritte su pannelli forniti dalla societa' partner del progetto, "Le Fucine Art & Media": e' emerso che non c'e' piena consapevolezza dei rischi della rete e loro stessi hanno detto di comunicare troppe cose personali a una platea senza limiti.

Molte le idee sviluppate: i ragazzi chiedono l'introduzione a scuola di una educazione informatica che "non si limiti all'apprendimento di "excel" o cose simili ma insegni come stare nella rete e quali sono i pericoli cui si va incontro". Vorrebbero una "app" con esperti a disposizione per poter chiedere, in forma anonima, informazioni in campo sessuale, preferendo questa forma di apprendimento ai seminari obbligatori sulla educazione sessuale che vengono effettuati in classe.

Analizzati anche i pericoli che si incontrano in siti come "Ask", dove nell'anonimato assoluto vengono pubblicati insulti a persone che poi finiscono per isolarsi, deprimersi e, nei casi piu' gravi talvolta e' accaduto, suicidarsi. Discusse anche le problematiche degli acquisti online, che hanno incrementato le possibilita' di truffe.

Ad alcune di queste problematiche la polizia delle comunicazioni ha dato risposte: "Ask e' definita l''enciclopedia dell'insulto' - hanno detto - ma di fronte a reati penali, grazie a una convenzione con le polizie europee, non si resta anonimi e si va incontro alle conseguenze". Per gli acquisti on-line, che vengono effettuati sulla base di giudizi e commenti positivi che talvolta risultano falsi, ci si puo' difendere con "who is?", che smaschera chi c'e' dietro falsi profili aziendali e scova da quanto tempo e' attivo un venditore.

Positivo il giudizio sull'iniziativa da parte della presidente del Corecom Umbria, Maria Gabriella Mecucci: "Il nostro duplice intento e' quello di parlare ai giovani dei rischi della rete, e la polizia postale lo ha fatto con tutta la sua competenza, e capire attraverso questa esperienza qual e' la percezione che i giovani hanno della rete e cosa pensano di essa. Abbiamo raccolto informazioni molto importanti per tutti e, in particolare, per i ragazzi e per le scuole".

Dopo questa prima fase di analisi e stesura del progetto, e' stata definita una strategia basata sugli strumenti di comunicazione piu' adatti e efficaci per la promozione nel web del progetto stesso, con l'obiettivo di sviluppare la visibilita' sui social media e diffondere le attivita' e i contenuti elaborati, tra cui un blog finalizzato all'aggregazione e condivisione di tutti i contenuti, la creazione di un format di comunicazione virale attraverso i social network. Si prevede la creazione di un sito web "Educare alla rete" che sara' collocato in una pagina del sito Corecom Umbria, nonche' una campagna di comunicazione attraverso i social network e la realizzazione di cortometraggi da parte di alcuni istituti scolastici umbri di secondo grado, sul tema: "La rete ti pesca? Usa la testa".

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