Gubbio - Si è tenuta questa mattina nella sala Trecentesca di Palazzo Pretorio, alla presenza del sindaco Filippo Mario Stirati, del prefetto di Perugia Antonella De Miro, del presidente della Commissione regionale d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e le tossicodipendenze Paolo Brutti, di Margherita Asta, di Federica Grandis dell’associazione ‘Libera’ e del sindaco del CCRR Francesco di Bacco, la cerimonia di dedicazione  di nove vie della città alle vittime di mafia e di camorra. Presenti in sala anche  rappresentanti delle forze dell’ordine, il vescovo Mario Ceccobelli,  i giovani eugubini e umbri  volontari dell’associazione ‘Libera’, gli studenti del Liceo Scientifico ‘G. Mazzatinti’ e della scuola media ‘Mastro Giorgio - O. Nelli’.

"Rita Atria, don Giuseppe Diana, don Pino Puglisi, Giuseppe e Salvatore Asta, Peppino Impastato, Placido Rizzotto, Carlo Alberto dalla Chiesa, Libero Grassi e Pio La Torre sono i nomi delle vie intitolate a donne, uomini, sacerdoti, sindacalisti, bambini, giovani, biografie diversissime  tenute insieme da un comune denominatore della violenza subita e pagata con la vita – ha ricordato Federica Grandis dell’associazione ‘Libera’ –. Un ringraziamento al sindaco Stirati,  al prefetto, al sindaco del CCRR e ai ragazzi la cui presenza ci onora in questo momento significativo,  che non vuole essere semplicemente  una  celebrazione della memoria   ma un impegno morale per ricordare e onorare tutte le vittime e persone innocenti che la mafia ha ucciso".

Il sindaco Stirati dopo aver salutato le autorità civili, religiose e militari, e tutti i presenti ha dichiarato: "E’ per noi motivo di grande orgoglio dar corso a questa iniziativa promossa dall’associazione ‘Libera’, con la quale ho stretto un rapporto di grande collaborazione. E’ opportuno e indispensabile lavorare per costruire un percorso di trasparenza e legalità e il nostro Consiglio Comunale è stato uno dei primi ad esprimersi a favore della trasparenza. Siamo tenuti a rispettare la memoria della storia e per questo anche le pagine più dolorose e a queste vittime, per il riguardo dei loro affetti e dei loro legami, dobbiamo il  tributo della memoria, affinchè si possano assumere comportamenti diversi e costruire un Paese all’insegna  della legalità. I giovani rappresentano un investimento per il futuro e quindi dobbiamo educarli al rispetto della persona, all’osservanza delle leggi e delle regole".

Il prefetto De Miro ha ringraziato il sindaco e la società civile che “oggi permette la testimonianza del ricordo, la memoria che si fa impegno per la difesa dei diritti, per la giustizia e la libertà; le vittime di mafia portano una storia e la loro morte ci ha dato la consapevolezza”. Nel corso del suo intervento, Paolo Brutti ha sottolineato la battaglia che si sta portando avanti per la lotta alla mafia che “anche nella nostra regione  è presente e non ci sono solo infiltrazioni di criminalità organizzata me c’è il radicamento territoriale”.

Anche il sindaco del CCRR Francesco di Bacco ha portato il saluto di tutto il CCRR, ricordando l’impegno profuso dai ragazzi  che organizzano iniziative a favore della legalità. Dal canto suo il vescovo Ceccobelli ha portato il saluto in memoria dei due sacerdoti morti,  don Pino Puglisi, ricordando di essere stato presente alla beatificazione, e don Giuseppe Diana sottolineando che “l’intitolazione di queste vie fa onore alla nostra città e anche lo Stato deve tutelare chi ha il coraggio di denunciare le diverse situazioni”.

Margherita Asta, sorella di Salvatore e Giuseppe, figlia di Barbara Rizzo, tornata a Gubbio un anno dopo che i giovani di ‘Libera’ le avevano fatto la promessa di dedicare una strada ai piccoli fratellini, morti innocenti, ha portato i saluti di Piera Aiello, cognata di Rita Atria, ha ringraziato il prefetto e il sindaco per aver  dato la possibilità di ricordare le storie delle vittime di tutta la società, nonchè l’associazione ‘Libera’ ed ha ricordato  la manifestazione che si terrà a  Bologna il 21 marzo, XX Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, con lo slogan ‘La verità illumina la giustizia’, per ricordare i segmenti della storia di tutto il Paese.

La cerimonia si è poi conclusa presso la prima via (uscita “Scheggia” della tangenziale eugubina arrivando a Gubbio da Mocaiana), intitolata a Giuseppe e Salvatore Asta, i due gemellini di 6 anni uccisi 30 anni fa a Trapani insieme alla loro mamma, in una strage nella quale doveva perdere la vita il giudice Carlo Palermo.

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