Grande entu­sia­smo da parte dei movi­menti e delle asso­cia­zioni eccle­siali, fred­dezza da parte dei gruppi tra­di­zio­na­li­sti e con­ser­va­tori. Il giorno dopo l’annuncio di Ber­go­glio di un Anno santo straor­di­na­rio dedi­cato alla mise­ri­cor­dia (dall’8 dicem­bre 2015 al 20 novem­bre 2016) le rea­zioni cat­to­li­che sono quasi tutte di segno posi­tivo, con qual­che distinguo.

«Papa Fran­ce­sco ha fatto una grande sor­presa e un grande dono alla Chiesa con l’indizione di que­sto nuovo Anno santo, per­ché spinge il popolo di Dio verso la mise­ri­cor­dia, che è il cuore del Van­gelo», ha com­men­tato il car­di­nal Bagna­sco, pre­si­dente della Cei. «La Chiesa ita­liana esprime gioia e gra­ti­tu­dine ed è in attesa di indi­ca­zioni per met­tersi subito in movi­mento». «Gioia e gra­ti­tu­dine» mani­fe­stano anche l’Azione cat­to­lica – la più nume­rosa fra le asso­cia­zioni lai­cali – attra­verso la respon­sa­bile nazio­nale dell’Acr (Azione cat­to­lica ragazzi) e i Papa­boys, che forse già imma­gi­nano grandi eventi di massa, come fu per il Giu­bi­leo del 2000.

Fred­dezza invece da parte dei gruppi con­ser­va­tori – non in grande sin­to­nia con papa Fran­ce­sco –, che scel­gono per lo più la via del silen­zio: la noti­zia dell’Anno santo nem­meno com­pare sui siti inter­net e sui blog del mondo tra­di­zio­na­li­sta, soli­ta­mente assai loquaci quando si tratta di lan­ciare cro­ciate in difesa dei «prin­cìpi non nego­zia­bili» o con­tro la «teo­ria del gen­der», la hit del momento. Sicu­ra­mente sarebbe stato diverso se il tema del Giu­bi­leo non fosse stata la mise­ri­cor­dia ma la «Verità». L’unico ad espri­mersi è il vice respon­sa­bile nazio­nale di Alleanza cat­to­lica, Mas­simo Intro­vi­gne, sul quo­ti­diano online La nuova bus­sola quo­ti­diana, per ammo­nire «chi più o meno mali­zio­sa­mente con­fonde la mise­ri­cor­dia con una assurda nega­zione del pec­cato». E parla, anzi scrive, anche l’ateo devoto Giu­liano Fer­rara sul Foglio, capo­fila dell’opposizione da destra al pon­ti­fi­cato di Ber­go­glio: «Il fine di ricon­qui­stare il mondo è santo, ma i mezzi impli­cano l’alto rischio che sia il mondo a ricon­qui­starti defi­ni­ti­va­mente, can­cel­lan­doti come con­trad­di­zione o segno di con­trad­di­zione. Mi pare che siamo un pezzo avanti, su que­sta seconda strada».

Ad esul­tare è anche il mondo poli­tico, nazio­nale e romano, pen­sando soprat­tutto ai soldi che arri­ve­ranno a Roma insieme ai milioni di pel­le­grini di tutto il mondo. «Tra pochi mesi avremo due eventi di cara­tura mon­diale che richia­me­ranno l’attenzione di milioni di per­sone, l’Expo di Milano e subito dopo il Giu­bi­leo, che muo­ve­ranno flussi turi­stici straor­di­nari e tutto il Paese si dovrà impe­gnare per valo­riz­zare e gestire que­sta ondata», dice il mini­stro dei beni cul­tu­rali Fran­ce­schini (che magari pen­sava alla prima pagina del mani­fe­sto di ieri: «Expope 2015»). «Il Giu­bi­leo è un evento che farà fare un grande balzo in avanti al Pil di Roma – argo­menta il sin­daco della capi­tale Marino –, tutti ora si con­cen­trano sulle cen­ti­naia di milioni che occor­re­ranno per miglio­rare via­bi­lità e infra­strut­ture, ma non pen­sano ai miliardi di euro che arri­ve­ranno per le decine di milioni di per­sone che si spo­ste­ranno nella nostra città». E Con­f­com­mer­cio fa già i conti: «L’indotto per i set­tori coin­volti dal Giu­bi­leo, ovvero turi­smo, com­mer­cio e ser­vizi, aumen­terà tra il 15% e il 20%, ovvero milioni di euro in più durante l’anno».

Il card. Kasper – molto vicino a Ber­go­glio –, inter­vi­stato da Repub­blica, prova a smor­zare gli entu­sia­smi da pal­lot­to­liere («il Giu­bi­leo del 2000 fu l’evento con cui Woj­tyla tra­ghettò la Chiesa nel terzo mil­len­nio e milioni di pel­le­grini per 12 mesi si det­tero appun­ta­mento a Roma, ci furono eventi litur­gici, spet­ta­coli, mee­ting, non credo che per il Giu­bi­leo della mise­ri­cor­dia sarà la stessa cosa»). Ma mons. Fisi­chella, il grande orga­niz­za­tore, dai micro­foni di Radio Vati­cana lascia invece inten­dere che l’Anno santo sarà anche un evento di massa, come del resto lo sono stati tutti i Giu­bi­lei della sto­ria, occa­sioni in cui il papato riaf­ferma comun­que la pro­pria cen­tra­lità e il pro­prio pri­mato: «La mac­china orga­niz­za­tiva è già in moto» e «Roma è abi­tuata ad acco­gliere masse di pel­le­grini e di turisti».

Tor­nando al valore spi­ri­tuale dell’Anno santo, quello della mise­ri­cor­dia è uno dei temi pre­di­letti da Ber­go­glio, indi­zio evi­dente della sua atten­zione più pasto­rale che dot­tri­nale. E potrebbe costi­tuire anche la via d’uscita per il dif­fi­cile cam­mino delle riforme, annun­ciate ma non ancora rea­liz­zate. Sia quella della Curia, da un lato defi­nita dal papa «l’ultima corte d’Europa», dall’altro però rima­sta sostan­zial­mente intatta nella sua strut­tura. Sia quelle che riguar­dano le que­stioni della fami­glia e delle cop­pie (divor­ziati, omo­ses­suali, ecc.), oggetto di dibat­tito al Sinodo che si con­clu­derà ad ottobre.

La «parola magica» della mise­ri­cor­dia potrebbe allora essere la solu­zione per tenere tutto insieme: dot­trina (e strut­tura) immu­tata e pasto­rale inclusiva.

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