Umbria Jazz in lutto per la morte di Lew Soloff
PERUGIA - Umbria Jazz in lutto per la morte di Lew Soloff, grande trombettista del jazz moderno e protagonista di alcuni dei momenti topici della storia maggiore del festival. Il musicista, si legge sul suo sito, e' morto a New York ieri mattina per un attacco di cuore. I funerali si terranno oggi in forma privata. Lascia le figlie Laura e Lena.
"Papa' aveva piu' amici di chiunque io abbia mai conosciuto – ha detto la figlia Laura - la sua vita continuera' nel ricordo di quanti lo hanno amato".
Soloff ha guidato la sezione delle trombe sia nell'orchestra di Gil Evans che nel 1987 allo stadio Curi fece con Sting uno dei concerti piu' importanti di Umbria Jazz (ma ancora piu' importante fu il ciclo dei concerti di mezzanotte nella chiesa di San Francesco al prato) sia della big band di Carla Bley che in quella stessa location una decina di anni dopo registro' un disco live ispirato alla musica religiosa.
Soloff e' stato in ogni caso un ospite frequente delle stagioni estive (a Perugia) ed invernali (a Orvieto) del festival umbro, ed in contesti diversi, alcuni dei quali atipici come la brass band di Ray Anderson.
Del resto l'eclettismo, o meglio, il sapersi calare in ogni formula senza mai perdere la sua identita' di grande trombettista jazz e' stato il suo tratto identitario piu' marcato: basti pensare ai Blood Sweat and Tears, storica sigla della contaminazione tra rock e jazz, oppure al suo lavoro di
accompagnatore di Frank Sinatra e Barbra Streisand, ma pure di Marianne Faithfull e Paul Simon.
E' comunque nelle sezioni delle trombe delle grandi orchestre jazz che Lew Soloff ha dato il suo meglio, compresa la formazione del Lincoln Center diretta da Wynton Marsalis. Ed il "suono" della leggendaria orchestra di Gil Evans senza di lui non sarebbe stato lo stesso.
----------------------------
Addio a Soloff, il ragazzo di Brooklyn. Uno degli ultimi grandi stilisti del jazz
(di Paolo Occhiuto) (ANSA) - PERUGIA- La morte di Lew Soloff ieri a New York per un infarto, a 71 anni, priva il jazz di uno degli ultimi grandi stilisti.
Una carriera lunga, quella del ragazzo di Brooklyn che aveva capito come il jazz sarebbe stato la sua vita dai dischi che si ascoltavano in famiglia. Ed i trombettisti, da Louis Armstrong in avanti, erano i suoi eroi.
La prima tromba a dieci anni, e poi buoni studi alla Julliard: Soloff coniugo' come pochi la disciplina che derivava dall'insegnamento con la fantasia dell'autodidatta. Riusci' in ogni caso a conquistare un suono unico ed un fraseggio emozionante nella sua semplicita'. Forse per questo e' sempre stato una prima scelta quando si trattava di condurre la sezione delle trombe di una grande orchestra. Fu cosi' per le formazioni di Mynard Ferguson e Joe Henderson, che si iscrivevano nella tradizione mainstream, e per quelle di Machito ed Eddie Palmieri, che si muovevano nel versante latino del jazz.
Piu' tardi, Lew sara' una colonna della Lincoln Center Jazz Orchestra e della Carnegie Hall Jazz Band, grandi istituzioni culturali americane. Basterebbe pero' il suo lavoro con Gil Evans e Carla Bley a fissare il suo nome nella storia della musica afroamericana. Del grande maestro canadese Soloff e' stato un collaboratore piu' o meno fisso dal 1966 fino al 1988, quando Evans mori' a Cuernavaca.
L'anno prima l'orchestra aveva fatto una apparizione rimasta leggendaria a Umbria Jazz. Piu' che per il celebrato concerto con Sting allo stadio, per il ciclo di performance notturne nella chiesa sconsacrata di San Francesco al prato. Per molti, la miglior musica in assoluto del festival umbro.
Soloff ha ricoperto pero' piu' o meno lo stesso ruolo negli arrangiamenti sofisticati di Carla Bley, la cui big band, o very big band, come la bionda signora del jazz preferiva chiamarla, aveva nel suono e nell'energia di Lew Soloff il punto di forza.
Musicista eclettico, il mondo della musica, fuori dai ristretti ambienti del jazz, si era accorto di lui quando imprimeva il suo marchio di fabbrica ai fiati dei Blood Sweat and Tears, una delle prime formazioni che fecero da ponte tra il mondo del jazz e quello del rock. Soloff, jazzman purosangue, riusciva perfettamente a calarsi nella parte, e del resto essere passati per Frank Sinatra e Lou Reed, Tony Bennett e Philip Glass,
Aretha Franklin e Elvis Costello disegna un artista che non si e' mai sentito fuori posto quando c'era buona musica da suonare, fosse in un jazz club o per il cinema (Carlito's,way, Il grande Lebowski, The Mambo Kings, Il colore dei soldi). Ne' lui faceva differenza tra avanguardia e tradizione, che per un musicista vero sono spesso parole prive di senso, se si pensa al lavoro con Ornette Coleman ed il Kronos Quartet. Quella partnership apparentemente era abbastanza lontana da tutto quello che aveva fatto, ma Soloff la considerava un punto centrale del suo percorso artistico.

Recent comments
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago