Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Un documento inedito, recuperato nell'Archivio di Stato di Perugia (vero scrigno di tesori culturali che il ministero vorrebbe scippare ai perugini) precisa quanto fosse bello e ricco di stucchi in oro zecchino il Polittico di Sant’Agostino, opera del Perugino, fatto su commissione dei frati Eremitani della omonima chiesa del Borgo d’Oro.

Il Polittico risultava inserito in una grande macchina lignea che fungeva da divisorio tra il presbiterio e la navata e che fu tolta nel 1654: "una tavola con ricco ornamento intorno", recita il contratto.

Quest'ultimo (del 14 luglio 1513) affida a Eugenio di San Giorgio, allievo e collaboratore del Perugino, le pitture ornamentali e la messa in oro della ’capsa’ per 80 ducati (di cui 40 versati subito per l’acquisto dell’oro). Ma il pittore, iniziato il lavoro, cita i frati perché vuole 60 ducati in più, vista la complessità e delicatezza del lavoro. Vengono chiamati altri due pittori, Sinibaldo Ini e Berto di Giovanni, perché fungano da periti. I due stabiliscono come giusta ed equa la somma di 125 ducati.

Ecco il contenuto del contratto, ritrovato e studiato dal ricercatore Alberto Maria Sartore.

“1513, die XII iulii. [Perugia] Opere che se vole nella pittura della cassa de la tavola del convento de Sancto Agustino: la basa tucta d'oro;  le cornicette dentro e de fore d'oro. L'architrave d'oro. El cornicione de sopra con tucti soi fornimenti d'oro. Le cornicette del requadramento sotto el cel dela cassa d'oro. Le rose de stucco d'oro, che sono due filari, uno per canto, cum lo campo azzurro de Magna. Le quattro pilastre che stonno in faccia el campo azurro de Magna, et uno candeliere per ciascun pilastro de marmi adornate d'oro. Le doi pilastre de fora candelier de bronzi campo azurro de Magna. Le doi pilastra dentro, de la e di qua da la tavola, a grottesche de colori fini col campo azurro de Magna. El fregio de sopra de lectere d'oro in campo azurro de Magna. El fregio de socto uno fogliame in campo azurro de Magna tochate d'oro correspondente ai pilastri.
Item quattro profeti, due per canto fra la tavola e la cassa, de bone figure corresponndente a la tavola, de colori fini. Et per tucti li finimenti de lo riempimento del la tavola, musaico bono overo oro martellato. E lo rempimento fra la cassa e la tavola dal cornicione in giù, festone de boni colori da capo a pie in campo de musaico”.

Proprio Sartore ha scritto un bell’articolo per la mostra del Polittico a Parigi. 
Immaginarsi che spettacolo doveva presentarsi ai fedeli che entravano in chiesa... Sartore parla della suggestione di un vero e proprio "teatro liturgico".                            

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