MAGIONE – Stefano Baffetti ha portato in scena al Mengoni il suo racconto degli avvenimenti che nel 1944 videro protagonisti don Antonio Posta e alcuni pescatori di Isola Maggiore. Unico interprete ha saputo, sul palcoscenico, ridare vita, attraverso la tecnica del racconto così come la conosciamo da uno dei suoi maggiori interpeti: Marco Paolini; Baffetti ha dato anima e voce a pescatori, bambini, soldati tedeschi e graduati delle SS in una narrazione che ha lasciato il pubblico senza fiato sia per il testo, scritto dallo stesso interprete basandosi sulle ricerche storiche, sia per l’intensità dell’interpretazione.

Di grande impatto il personaggio del gerarca nazista che ha ricordato come ogni forma di dispotismo nasca, sempre, dall’incapacità delle masse di contrapporsi affinché questo non avvenga. Cosa che non hanno fatto, ricorda il personaggio, don  Antonio Posta e i pescatori di Isola quando, mettendo a repentaglio la loro vita, hanno portato in salvo i ventidue ebrei deportati nella notte tra il 19 e il 20 giugno del 1944 imbarcandoli sui mezzi dei pescatori locali dall’Isola Maggiore, ancora in mano dei tedeschi, a Sant’Arcangelo di Magione dove vennero affidati agli alleati.

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