PERUGIA - A 70 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwiz ricordare non solo è un dovere  ma una necessità. Occorre passare oltre l’aspetto celebrativo, e riempire il rito della memoria di contenuti nuovi, che includano i nuovi orrori, quelli che in questi anni, fino agli ultimi giorni, vanno cambiando i connotati del nostro mondo. Bisogna ricordare tutte le vittime.

L’olocausto fu sterminio di molti  "indesiderabili", che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni, e non solo ebrei. Rom, slavi,  antifascisti e molte categorie di “diversi” finirono nei lager nazisti. Pochi tornarono. E col passare degli anni, nella misura in cui i testimoni diretti vengono a mancare, c’è il rischio del venir meno della forza della rievocazione.

Per questo c’è la necessità di aggiornare  e rivitalizzare il “Giorno della Memoria”, perché possa ancora svolgere quel ruolo di antidoto, per sensibilizzare le giovani generazioni,  perché non ci sono anticorpi che tengano. Se è accaduto una volta non vuol dire che non possa accadere di nuovo. La storia di questi ultimi anni ce lo insegna.

Stefano Vinti

Ass. Sinistra Lavoro - Umbria

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