Seminario del Dónca sulla lingua perugina, alla scuola media Ugo Foscolo
“Parlare dialetto è un bene o un male? Sarebbe giusto studiare il dialetto a scuola? Perché tra i giovani “fa figo” parlare il perugino? Ma il dialetto “fa grezzo” o facilita relazioni e socialità? Ci sono esempi letterari e teatrali di autori (di ieri e di oggi) in lingua perugina che hanno varcato i limiti cittadini e i confini regionali? Il perugino merita lo statuto di “lingua”? Ha un lessico, una grammatica, una sintassi codificata? Perché i nostri genitori e i nonni si vergognavano di parlare dialetto? Perché maestre e professori lo disprezzavano e ne impedivano l’uso?”.
Questi alcuni dei tempi proposti dagli studenti della Foscolo, sede di via Pinturicchio, al fondatore e coordinatore del Dónca, Sandro Allegrini, richiesto di intervenire sul tema “dialetto perugino”, come è già accaduto e accadrà in altre scuole cittadine (dalle elementari ai licei).
“Il perugino ha dignità di lingua, ma a scuola occorre studiare e imparare bene l’italiano, l’inglese, e le varie lingue straniere che ci permettono di comunicare in ambiti universali. Poi, se si vuole, si può fare qualche riflessione sulla nostra lingua locale. Della quale, però, non c’è da vergognarsi, perché viene da lontano ed è figlia del latino, dell’etrusco, del greco antico. Un tempo chi parlava dialetto denunciava la propria condizione d’ignoranza. Oggi, per dirla con le parole di Giovanni Moretti: “Chi parla solo dialetto è un ignorante, chi parla italiano e dialetto è bilingue!”.
“I giovani amano parlare dialetto, ma ricorrono troppo spesso al turpiloquio e questo offende le nostre radici. La letteratura in lingua perugina è sconfinata e con autori di valore”.
Seguono la lettura di poesie di Claudio Spinelli e Giampiero Mirabassi, la citazione del teatro di Franco Bicini e Artemio Giovagnoni, della Divina Commedia di Ennio Cricco, della Storia di Perugia di Federico Berardi. Per non parlare degli oltre 100 autori di oggi inclusi nelle antologie “Officina del dialetto” dell’Accademia del Dónca.
Conclusione: “Proprio in questi locali, antico complesso conventuale di San Tommaso, la lingua perugina risuona fin dal medio evo. Lo documenta la pubblicazione, da parte di Giovanna Casagrande, dello storico ricettario della suora cuciniera che vergava le ricette nella parlata del Grifo”.
Domande e risposte a tamburo battente e successiva scrittura di articoli che gli studenti invieranno alle redazioni dei quotidiani.

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