Dalla lingua di Stenterello a quella del Bartoccio
L’Accademia del Dónca collabora alla messa in scena (al Piccolo Teatro San Martino, dentro la Casa di riposo) di “Vacanze forzate”, scritta in fiorentino e voltata in lingua perugina da Gian Franco Zampetti
L’Accademia del Dónca collabora con le realtà teatrali e culturali del perugino, attraverso consulenze, a livello linguistico e antropologico.
È il caso dello spettacolo, prodotto dal Gruppo teatrale “Città di Perugia-Artemio Giovagnoni”, in scena al Piccolo Teatro San Martino di via Pontani, 21 a Pian della Genna-Madonna Alta dal 10 gennaio al 1° marzo (sabati ore 21, festivi ore 17).
L’opera, scritta in fiorentino dall’autrice toscana Antonella Zucchini, è stata adattata in lingua perugina da Gian Franco Zampetti, che ne cura anche la regia. Da qui il brand “Dalla lingua di Stenterello a quella del Bartoccio”, popolari maschere delle due realtà territoriali.
Il plot di “Vacanze forzate” si richiama al tema delle vacanze che segnano il boom economico degli anni Sessanta.
Non più fenomeno ristretto ai ceti abbienti, ma un comportamento che si fa costume generalizzato.
I perugini – com’è noto – scelgono la spiaggia di Senigallia (Sinigaja, per gli abitanti della Vetusta) come target privilegiato, in ragione della vicinanza, ma anche per il fatto che la “colonia” perugina vi ha trovato uno primo, stabile insediamento.
Equivoci, trovate, paradossi e frammenti di storia, convintamente alimentati dagli attori Fausta Bennati, Valentina Chiatti, Nina Liuzza, Mina Corlatto, Margherita Pierini, Gian Franco Zampetti, Leandro Corbucci, Mauro Chiancone, Franco Piazzoli, Giulio Magnini. Scenografia di Gianni Ferri.
Un pezzo di Perugia, trasferito in Adriatico, coi vizi e vezzi del modo di stare al mondo dei cives del Grifo.

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