ORVIETO - Doveva esserci anche Renato Sellani a Umbria Jazz Winter. Il vecchio gentiluomo del jazz italiano se n'e' invece andato a 88 anni, poche settimane prima del festival, quando era stata gia' annunciata la sua partecipazione come ospite fisso. Danilo Rea, Massimo Moriconi e Tullio De Piscopo, tre artisti che per motivi diversi sono collegati al suo percorso artistico, hanno suonato per lui e per chi ha amato la musica elegante e romanticamente discreta di Sellani.

Un concerto (si replica domani) sul filo della nostalgia ma senza troppe concessioni alla commozione perche', come ha detto De Piscopo, "lui e' lassu' e ci guida, anche nella scelta del repertorio". Un repertorio che ha spaziato tra gli standard americani e le canzoni italiani cui Sellani ha dato, come forse nessun altro, un'anima ed una forma jazz, a partire dalle amatissime melodie napoletane, da Malafemmina a Resta cu me.

"Mi ha insegnato tanto - ha detto ancora De Piscopo - anche a vivere a Milano, io che venivo da Porta Capuana". Ed ha ricordato i viaggi sulla sua Cinquecento rossa targata Napoli, per andare a suonare in giro per l'Italia, una volta anche senza i sedili rubati nella notte. Uno spaccato di jazz e di musicisti jazz del tempo che fu, ma soprattutto una musica, quella offerta dal concerto, che scava tra i solchi dei vecchi vinili per recuperare un approccio molto distante da quello che si chiama show business.
 

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