ORVIETO - Una "serata New Orleans", quella di ieri a Umbria Jazz Winter, quasi per non perdere i legami con la tradizione. Sul palco del teatro Mancinelli sono saliti due rampolli (nelle loro famiglie i musicisti professionisti abbondano) molto trendy della citta' del delta. Jo Batiste e Davell Crawford, ciascuno a suo modo, cercano di rinverdire le radici con robusti innesti di modernita'.

Entrambi suonano pianoforte e tastiere, cantano, scrivono musica e la arrangiano. Ma le loro strade sono diverse. Batiste gioca con la storia e cita piano stride e ragtime, mette insieme una curiosa orchestra intitolata Stay Human con quattro ottoni (tra cui due tube) e percussioni, quasi per rinnovare i fasti delle marching band, si concede il lusso di rivisitare standard come Love for sale o come la beatlesiana Blackbird (solo piano) ma da' il meglio con una versione elettrizzante di St. James Infirmary, vecchio blues che e' stato suonato da tutti quelli che a vario titolo hanno frequentato la musica popolare americana, da Louis Armstrong agli Animals.

Qui e la' affiorano reminiscenze di Fats Waller o Fats Domino e perfino di Dr. John, ma sostanzialmente il prodotto e' originale e ben confezionato, anche se in certe situazioni Batiste si lascia prendere la mano dalla ricerca dell'effetto.

Crawford, che a New Orleans tutti chiamano "il principe", punta molto sull'impatto sonoro che puo' avere una solida r&b band tutta elettrica e con ben quattro voci. Meno fantasia, rispetto a Batiste, ma una consapevole sintesi di soul, blues, jazz, gospel: praticamente un libro di testo della vocalita' nera esplorata nei singoli generi. Il cuore di tutto e' il lato gospel, interpretato da Crawford e dal suo coro con contagiosa energia. Saranno loro il gruppo che si esibira' giovedi' pomeriggio nella messa di Capodanno nel Duomo di Orvieto, da sempre uno dei momenti piu' attesi di Umbria Jazz Winter.

Stasera, intanto, Batiste e Crawford si troveranno uno di fronte all'altro in un piano duo. La serata, intitolata "Duets", prevede anche Paolo Fresu con il pianista cubano Omar Sosa.

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