Iraq/ Chiesa Caldea: i cattolici italiani non dimentichino i profughi
GUBBIO - A dieci giorni dal Natale, padre Rebwar Audish Basa, procuratore generale dell'Ordine antoniano, rinnova l'appello della Chiesa caldea del Kurdistan iracheno ai cattolici italiani a non dimenticare i cristiani che stanno vivendo nella precarieta' e nella sofferenza nel triangolo fra Iraq, Siria e Turchia. "I cristiani cacciati dalla citta' di Mosul e dalla pianura di Ninive in Iraq per la prima volta non potranno celebrare il Natale", ha detto padre Basa intervenendo a Gubbio alle celebrazioni prenatalizie inaugurate da Papa Francesco l'8 dicembre con l'accensione a distanza dell'albero di Natale piu' grande del mondo.
Il procuratore generale caldeo ha ricordato ai presenti che" questo Natali profughi lo trascorreranno sotto le tende, dove hanno allestito anche il Presepe perche' Gesu' sia con loro negli accampamenti, ma non potranno essere nelle loro citta' e nelle loro chiese" ma il Bambino sara' sempre con loro, con tutte le persone che soffrono".
"Purtroppo - ha aggiunto il sacerdote iracheno - devo dire che questi profughi cristiani, yazidi e di altri popoli che sono vittime della violenza del terrorismo fondamentalista, hanno nella mente un passato di guerre sanguinose e un presente tragico sotto le tende, lontani dalle loro terre, case e chiese. Con un futuro molto incerto e ambiguo". Essi, ha concluso padre Basa. "hanno solo fiducia in Dio, che e' la loro speranza e la loro gioia, nonostante tutto".

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