Dalla Media Valle del Tevere un esempio di buon sanità
Spesso siamo abituati ad essere circondati da velato negativismo e criticismi di ogni genere. Fa molta più notizia uno scandalo, un errore, una svista che lasciano trapelare solo negatività. Sempre poche parole spese per i moltissimi casi di buona sanità, sempre maggiori rispetto agli incidenti di percorso o comunque alle disavventure sanitarie.
La storia che una famiglia della Media Valle del Tevere ha deciso di raccontare non parla solo di ottima assistenza ospedaliera e di servizi sanitari, tale vicenda si arricchisce di significati e storie umane che debbono necessariamente essere mostrate al pubblico, soprattutto in una fase di così elevato criticismo che coinvolge qualsiasi tipo di istituzione o associazione di qualsivoglia settore.
La storia di una 81enne umbra inizia con dei problemi alle vie biliari nel dicembre 2013 un calvario contraddistinto da ricoveri con cadenza bimestrale presso gli Ospedali di Santa Maria della Misericordia di Perugia reparto Radiologia Interventistica e dell’Ospedale della Media Valle del Tevere di Pantalla di Todi. E’ però nel giorno 19 settembre 2014 che la situazione si complica, la paziente viene trasferita d’urgenza presso l’Ospedale della Media Valle del Tevere, dopo qualche ora è necessario il trasferimento presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. E’ proprio per la mancanza di disponibilità di un’ambulanza, a causa del servizio frenetico giornaliero, che gli operatori si attivano con un autista non in servizio chiamato mentre era a casa e che si è mostrato disponibile senza alcun problema.
Oltre a tale vicenda la famiglia, che decide di restare anonima, tiene a ringraziare gli operatori di entrambi gli ospedali, in particolare quelli dell’Ospedale della Media Valle del Tevere di Pantalla di Todi, reparto Chirurgia, che sanno unire alla propria professionalità semplicità e umanità.
Tale storia altro non può essere che un semplice esempio. Esempio di chi probabilmente ha deciso di guardare il bicchiere mezzo pieno, di non arrendersi e di chi coscientemente sa riconoscere i meriti di chi svolge sapientemente il proprio mestiere unendo ad esso responsabilità ed umanità.

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