La vicenda che ci  appassiona attualmente per la presenza dell’astronauta Cristoforetti, la prima italiana, nella stazione orbitante intorno alla terra,  ha riportato all’attenzione della cronaca il ruolo svolto dalla ricerca ternana nel progettare e allestire buona parte del rilevatore di particelle presente  su quella stazione spaziale internazionale. Forse non tutti ricordano che l’esperimento AMS ( Alpha MagneticSpectometr ) deve moltissimo al polo universitario ternano, qui  sono state fatte molte parti di quello spettrometro e qui tutte sono state collaudate, infatti i test meccanici ed elettromagnetici vennero tutti eseguiti a Terni nei laboratori di Fisica e di Ingegneria del Polo Universitario ternano. Son fatti noti, ma forse in questo periodo di difficoltà e di perdita di fiducia che caratterizza la nostra città, non è male ricordare quanto di valido e prestigioso abbiamo avuto, che si sta perdendo e si potrebbe rivalutare.

L’attenzione dell’opinione pubblica ternana è stata ed è giustamente attratta dalle vicende dell’AST, ma chi ha ruoli di guida della comunità, dovrebbe guardare avanti e pensare a valorizzare quanto abbiamo e magari proporre nuove strade, ma sempre partendo da quanto c’è. E quel che abbiamo nell’ambito dell’istruzione, della formazione, della ricerca, dell’alta formazione, non è poco. Quanto specificatamente riguarda l’Università è questo il momento (essendo in vista l’approntamento dei regolamenti) di intervenire per evitare lo smembramento del Polo di Terni.

Molto si sta adoprando l’attuale dirigenza del Polo,ma non si avverte il sostegno aperto e consapevole di chi amministra la città. Ricordo come il Consiglio Comunale sia andato a Perugia a suo tempo per chiedere in Regione il varo di uno Statuto che non penalizzasse il Polo ternano. Sarebbe opportuno avvertire la stessa corale volontà di allora.

Come torna alla mente l’appello fatto da Confindustria all’Università quasi un anno fa. Ebbene sulla capacità di mettere a sintesi le esigenze di imprenditoria e ricerca, sulla capacità di valorizzare e difendere le eccellenze che abbiamo, si misura la credibilità e l’autorevolezza di una classe dirigente.

Dario Guardalben
Associazione La Buona Città

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