PERUGIA – L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato a maggioranza (16 sì dalla maggioranza, 6 astenuti e 1 contrario dall'opposizione) il disegno di legge della Giunta regionale relativo a “Riordino e trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab) e disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp)”.

Il relatore di maggioranza, Manlio Mariotti (Pd) ha spiegato che “l'iniziativa legislativa dell'Esecutivo punta a chiarire un quadro legislativo la cui genesi risale alla fine dell'800, quando la “legge Crispi” trasformò in istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, conferendogli natura giuridica pubblica, le Opere Pie ed ogni altro ente morale che prestava assistenza ai poveri, si occupava di educazione, istruzione e avviamento a professioni, arti o mestieri. Da allora interventi normativi e sentenze hanno modificato il contesto giuridico, fino ad arrivare al decreto legislativo numero “207/2001 che riconduce le nuove Ipab a due diverse tipologie: aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp) o fondazioni - associazioni di diritto privato (depubblicizzazione). Il disegno di legge contiene disposizioni volte a permettere alle Ipab esistenti e operanti sul territorio regionale di evolvere in forme giuridiche prioritariamente coerenti con il contesto normativo e istituzionale mutato rispetto alla disciplina Crispina, soprattutto ad assicurare il loro inserimento nella legge integrata servizi socio-assistenziali, socio-sanitari e educativi del territorio, così da rafforzare i livelli essenziali delle prestazioni e a rendere esigibili diritti fondamentali alle persone e alle comunità della nostra regione. Viene precisato che la trasformazione in Asp non costituisce causa di risoluzione dei rapporti di lavoro col personale dipendente che alla data di entrata in vigore della presente legge abbia in corso un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Questo personale conserva la posizione giuridica nonché i trattamenti economici in godimento, compresa l’anzianità maturata, mentre eventuali contratti di lavoro a termine sono mantenuti fino alla loro scadenza naturale fissata”.

Raffaele Nevi (FI), relatore di minoranza, ha rilevato che “questa legge, lungamente approfondita e dibattuta, rappresenta un buon punto di arrivo. Per quanto riguarda alcuni dettagli sul personale, da definire meglio, abbiamo presentato un apposito emendamento”.

Prima del voto l'assessore Carla Casciari ha evidenziato che “quasi tutte le ex Ipab sono integrate nei sistemi sociosanitari, essendo molte di loro residenze protette, quindi dedite all’assistenza degli anziani, ma anche in alcuni ambiti educativi. C'è stato un importante confronto con i territori, con le varie ex ipab, che peraltro partono da situazioni molto diverse, alcune con patrimoni molto rilevanti, altre soltanto invece con attività concrete. C’è stato un confronto territoriale e un confronto con le organizzazioni sindacali: nella regione Umbria risultano esistere 54 ex Ipab, per un totale di 450 dipendenti con contratti di lavoro molto diversi fra loro. Abbiamo cercato di fare in modo che i Comuni continuassero a essere protagonisti nelle scelte di queste realtà, soprattutto perché molte di loro svolgono servizi alla persona e quindi gestiscono deleghe importanti per le Amministrazioni comunali. La legge è solo l’inizio del processo di trasformazione, la Giunta continuerà a garantire l'assistenza tecnica alle ex Ipab in trasformazione”.

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