Cei/ I vescovi italiani scrivono ai 40 mila sacerdoti del nostro Paese
ASSISI - "Un messaggio per dirvi grazie e per condividere parole di augurio e propositi di impegno". Cosi' i vescovi italiani motivano il loro messaggio - indirizzato a conclusione dell'Assemblea di Assisi - a tutti i 40 mila preti del nostro Paese: "diocesani e religiosi, di ogni eta', italiani e originari di altri paesi". Il testo si apre con "un saluto particolarmente affettuoso e un segno di speciale attenzione" per "i preti che sono malati e anziani" o attraversano momenti di particolare tribolazione".
"Ci siamo confrontati - riferiscono i vescovi nel messaggio - sui diversi aspetti del tema con tale interesse e coinvolgimento che il tempo non e' bastato per ascoltare tutti coloro che desideravano intervenire. E' un segno di quanto ci stiano a cuore la vita e il ministero dei presbiteri e di quanto siamo determinati a porre mano all'impresa di ripensare la formazione permanente fino a farne un capitolo di quella riforma della Chiesa che Papa Francesco richiama con insistenza e che non si puo' fare senza un nostro rinnovamento".
"In questo tempo - continuano i vescovi italiani - la missione della Chiesa e la vita delle comunita' cristiane devono affrontare delle sfide che per molti aspetti ricadono sui preti, ne rendono particolarmente gravoso il ministero: quanta ammirazione e gratitudine vi dobbiamo per quello che fate!".
"Insieme - affermano i vescovi rivolgendosi ai sacerdoti - dobbiamo prenderci cura del ministero del prete perche' le fatiche e le prove non spengano la gioia, non stanchino lo slancio missionario, non offuschino la lucidita' del discernimento, non impediscano l'intensita' della preghiera e la disponibilita' a quell'incontro con le persone che arricchisce tutti, consola, rende sapienti".
Secondo i vescovi, "la formazione dei ministri ordinati e la riforma della loro vita sono il compito di tutta la comunita' cristiana, responsabilita' del vescovo e di tutto il presbiterio". Il messaggio dei vescovi ai preti si conclude con un'invocazione al Signore, "perche' in ogni giorno della nostra vita, tutta vissuta in questo ministero che continua a suscitare in noi stupore e trepidazione per la nostra inadeguatezza, risplenda la gloria di Dio: nella gioia invincibile della qualita' cristiana della vita, nella intensita' di una fraternita' praticata e riconoscibile, nella condivisione del vissuto della nostra gente che ci vuole bene, ci aiuta, molto ci dona e molto si aspetta da noi".

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