(dell'inviata Manuela Tulli) (ANSA) - ASSISI - La crisi economica nel Paese resta "gravissima" e occorre "un patto sociale", "mettersi insieme", per dare una risposta alla gente che soffre. E anche le tante tensioni legate all'occupazione e alle diverse crisi industriali richiedono un protagonismo dell'Italia dove "la manna c'e' ma deve essere rimessa in circolazione". Parla cosi' il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a conclusione dell'assemblea dei vescovi ad Assisi.
 

Bagnasco sottolinea che l'Italia ha delle "eccellenze" da salvare. "Pensando alle realta' industriali come Terni, Genova, Taranto penso che occorrerebbe tenere quanto piu' possibile in casa i gioielli". E per risolvere i problemi dell'industria italiana e dell'occupazione non puo' essere adottato "un approccio solo di tipo finanziario", ha detto il cardinal Bagnasco riferendosi alle realta' di "alta eccellenza riconosciuta nel mondo".

"Vendere per ripianare, ma per poi non avere piu' nulla, non ci sembra utile anche perche' la storia recente - ha detto il presidente della Cei - ci insegna che la' dove non c'e' stato un ancoraggio alla 'casa' del nostro Paese la realta' industriale si e' dissolta".

L'Italia, come anche l'Europa, hanno pero' bisogno in questo momento di "un patto sociale" perche' la crisi, "pur grave, anzi gravissima" non puo' essere superata solo con risposte di tipo economico. "I primi responsabili della cosa pubblica, il Parlamento, si mettano insieme per un patto sociale come e' accaduto nel dopoguerra". Perche' ovunque "la crisi non e' solo economica ma anche culturale". C'e' un problema di identita'.

E in questo momento di confusione e disagio si inseriscono anche le proteste contro il diverso. Bagnasco allora commenta quanto sta accadendo in alcune periferie romane con scontri tra cittadini e immigrati. "Bisogna superare la paura dell'altro e del diverso cercare di fare posto a chi approda nella nostra vita per motivi di sofferenza". Ma aggiunge: "l'integrazione e' una sfida per tutti" e dunque anche gli immigrati debbono avere "il desiderio dell'integrazione nelle popolazioni" dove sono accolti.

Dallo sguardo al Paese alle sfide interne della Chiesa. L'assemblea dei vescovi, che si e' riunita quattro giorni ad Assisi, ha affrontato la questione della formazione dei sacerdoti. Il confronto proseguira' nelle conferenze episcopali regionali e "non c'e' nessuna preclusione verso nessun tipo di difficolta' rispetto alla vita del nostro clero", ha assicurato Bagnasco. C'e' infatti in generale un problema di formazione ma non si puo' nascondere che la credibilita' del clero e' stata anche minata da episodi di pedofilia e di scandali di vario genere. Ma su questo fronte i vescovi sottolineano - nella nota finale dell'Assemblea - che la Chiesa e' con i suoi preti "nella buona come nella cattiva sorte" e "si avverte l'importanza che anche quanti si sono resi colpevoli di delitti possano non essere abbandonati a se' stessi".

I vescovi prendono atto anche che le "trasformazioni in corso non vanno cercate solo all'esterno della Chiesa" e tra i problemi c'e' il calo delle vocazioni, un trend che si conferma ormai da molti anni.

Bagnasco in conferenza stampa dribbla invece le domande dei giornalisti relative proprio alle Cei, da Boffo a Luxuria. Ma senza citare la transgender e le polemiche di alcuni cattolici al suo riguardo, l'arcivescovo di Genova ci tiene a sottolineare: "Noi non guardiamo la gente con il binocolo ma crediamo in una appassionata vicinanza alle persone".

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