Ottanta appuntamenti nel calendario di IMMaginario festival  per tutti i gusti. Il Festival, ideato da Alessandro Riccini Ricci e realizzato dal team di Microcinema, ha riunito a Perugia i protagonisti di modi diversi di raccontare storie, dalla carta stampata al web, dal grande al piccolo schermo, dalla radio all’arte intesa come musica, teatro, moda, fotografia, pittura. Il bilancio della quinta edizione parla di 12mila presenze e una lunga serie di protagonisti, personaggi talvolta tanto lontani tra loro nel modo di esprimere la propria creatività e anche di comunicarla: Daniel Pennac, Corrado Augias, Francesco Merlo o Gianni Mura e Paolo Mieli o ancora Antonio Ricci, Mario Martone, Giorgio Diritti. Per poi passare, in una transizione neanche troppo ideale, da Dario Argento e Antonio Rezza ai giovani produttori di webseries, a Maccio Capatonda e ai nuovi talenti del teatro italiano. Per approdare, infine, all’universo “social”, strumento democratico per eccellenza per raccontare storie. 

«Sono orgoglioso che tanti protagonisti della cultura italiana e internazionale abbiano accettato l’invito di IMMaginario a raccontarsi  - precisa Alessandro Riccini Ricci, direttore artistico della kermesse- soprattutto quando si tratta di autori come Francesco Merlo o Antonio Ricci, che non partecipano quasi mai ad eventi. Direi che IMMaginario 2014 ha avuto due anime, quella tradizionale e quella aperta all’innovazione. D’altro canto il nostro obiettivo iniziale era quello di far dialogare genitori analogici e figli digitali e a giudicare dalla tipologia di pubblico, oltre che dal numero di persone, ci siamo riusciti».

Il futuro. IMMaginario guarda già avanti, alla prossima edizione. Il programma sarà presentato al Maxxi di Roma il 14 dicembre, dove verrà annunciata anche la nuova veste che l'appuntamento assumerà. "Vivalacultura" diventerà il filo conduttore di una rete di eventi, di cui IMMaginario sarà l'appendice perugina, che proietteranno l'idea anche in altre città umbre e italiane. Roma, per esempio, Firenze e Torino. 
«Non vogliamo abbandonare Perugia - precisa Riccini - non ce ne stiamo andando, vogliamo però creare una rete di eventi che coinvolga molte più realtà». "Vivalacultura", insomma, diventa un'idea, riuscita, da esportare e da declinare in modo diverso in base alle nuove collaborazioni che si istaureranno. «Sarebbe l'ideale riuscire a creare un evento che si estenda durante tutto l'anno, purtroppo, in primo luogo per questioni economiche, questo non è possibile. Un tentativo sarà fatto con "Youtopia"»

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