Ieri su “Il Messaggero” un articolo dal titolo: “Gubbio, ultimatum sulle Logge, i soldi pronti per il Turreno”.

A seguire su “Live Gubbio”, un sito web con un grande seguito a Gubbio, Il consiglio direttivo, il gruppo consiliare e gli assessori di Giunta della lista civica Scelgo Gubbio hanno pubblicato un intervento dal titolo: “Logge dei Tiratori: il progetto non può "saltare".

"Cherchez la femme!" Si dice per trovare l'assassino. Per trovare il vero motivo della pertinacia con cui si sta perseguendo un progetto urbanisticamente scandaloso come quello della vetrificazione delle Logge, invece, si dovrebbe dire: cherchez l'argent! E' quanto si desume da questo articolo dell'urbanista Paolo Berdini, un curriculum chilometrico, autore con altri del libro “Le mani sulla città”: è seguendo l'odore stuzzicante del denaro che si arrivano a scoprire molte cose: la chiusura con vetrate e il cambiamento di destinazione d'uso, infatti, farebbe volare il valore dello storico immobile.

Inviamo l’intero articolo per una lettura attenta e obiettiva, sperando che gli vogliate cortesemente dare il risalto che merita, in questo annoso problema delle Logge dei Tiratori della Lana di Gubbio. È dal 1921 che cercano di ingabbiarle senza riuscirci, almeno fino ad ora, perché protette da persone di grande cultura, di amore per la città, di rispetto e conservazione dei monumenti del centro storico di Gubbio. Èdi grande attualità ricordare che La Pro Gubbio nel 1927 denunciò tra le deturpazioni dei maggiori monumenti, quella della Loggia dei Tiratori, manifestando decisa contrarietà all’ipotesi di un progetto di vetrificazione, definito "dissennato”.

Diverse volte nei mesi passati abbiamo inviato i nostri comunicati sul problema della vetrificazione delle Logge ma a parte qualche raro caso, non sono stati pubblicati. Stiamo avendo importanti contatti con la stampa nazionale, però proviamo a mandarvi ancora una volta un nostro pezzo.

Cordiali saluti.

Comitato cittadino per la tutela dei beni culturali e del paesaggio

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"A riflettere sull’articolo di Live Gubbio “Logge dei tiratori: il progetto non può saltare”, si trovano tutti gli argomenti che vengono spesso utilizzati in ogni luogo d’Italia per assicurarsi la realizzazione di proposte formulate dalla proprietà di inestimabili gioielli della storia e della cultura. L’argomento che considero più insidioso è che durante la giornata del 28 di ottobre è l’ultima spiaggia: leggo infatti che se la comunità eugubina continua ad essere chiusa e conservatrice, le preziose risorse della proprietà andranno in altri luoghi, prima fra tutte Perugia. E la conseguenza –inutile dirlo- sarà la catastrofe che l’articolo paventa. Sembra insomma che il destino della meravigliosa città di Gubbio sia indissolubilmente legato al progetto delle Logge. Sembra che le preziose mostre che l’articolo propone –dalla mostra su San Francesco a quella sulla civiltà Umbra- non abbiano altro luogo in cui svolgersi se non nel nuovo spazio delle Logge. Sono convinto al contrario che il rilancio del ruolo di Gubbio nel circuito turistico internazionale non abbia nulla a che vedere con l’oggetto del contendere. Per chiarire faccio un esempio di una città molto vicina geograficamente, Fabriano. Quando è apparsa evidente la crisi del settore manifatturiero che aveva segnato decenni di vita economica e sociale della città, è stata giocata, come noto, la carta del turismo. Con una serie di mostre qualitativamente pregevoli sono stati richiamati decine di migliaia di turisti. La carta vincente è stata nella scelta del luogo dove si sono svolti gli eventi, e cioè nello Spedale di Santa Maria del Buon Gesù. Un complesso di grande pregio storico e architettonico –come le Logge dunque- ma che a differenza di queste avevano una caratteristica preziosa: la dimensione conforme. Il successo delle manifestazioni culturali si raggiunge infatti se gli spazi espositivi sono adatti a contenere opere e visitatori e non è questo il caso del loggiato dell’edificio di Gubbio. Ripeto, davvero il futuro della città è indissolubilmente legato a quel modesto spazio o non esistono altri edifici di eccezionale pregio molto più adatti a svolgere quel ruolo? Conoscendo abbastanza bene Gubbio posso affermare che esistono una serie strepitosa di edifici ben più adatti ad incarnare l’ingresso di nel circuito delle grandi mostre.Comprendo benissimo che per la proprietà aumentare la volumetria del proprio edificio è un risultato prezioso, specie in tempi di crisi del settore bancario e della produzione del cemento. Quel valore immobiliare verrebbe infatti aumentato di quattro o cinque volte rispetto a quello attuale e temo che sia questo il vero motivo della minaccia del 28 ottobre. Ottenere una rivalutazione immobiliare gigantesca giustifica, come noto, l’uso di ogni mezzo. Ma non voglio sfuggire ad un altro tema. E’ certo che quell’investimento avrebbe buone ricadute sull’economia eugubina e che dunque ogni persona di buon senso abbia il dovere di valutarne gli effetti senza pregiudizi. Ma se davvero si ha a cuore il futuro della popolazione di Gubbio (specie della parte più giovane di essa) perché non spendere quella cifra importante in un altro immobile più adatto a dare nuovo slancio al ruolo turistico della città? Si possono trovare –ed esistono esperienze al riguardo, sperimentate anche a Fabriano con la Fondazione CR- le opportune forme di partenariato o di ingresso in società di gestione del bene che permetterebbero ai mecenati di rientrare in breve tempo dell’investimento. Conviene provarci. E se posso esprimermi nel merito del progetto di chiusura delle Logge, posso solo affermare che Gubbio è l’unica città ad avere un edificio di quel tipo perfettamente conservato. Chiuderlo provocherebbe oggettivamente la parziale perdita di identità della città e in un mondo del turismo sempre più indirizzato a promuovere le peculiarità rispetto alla massificazione penso sinceramente che sarebbe un errore catastrofico. Concordo infine con l’argomentazione contenuta nell’articolo che molti luoghi di Gubbio hanno avuto una triste sorte. Ma non è un buon motivo per condannare allo stesso destino le incolpevoli Logge. E, se posso aggiungere allarmi, per consolidare il ruolo turistico di Gubbio dobbiamo scongiurare che i due cementifici di Gubbio diventino in base ad alcune leggi termovalorizzatori. Dubito che Gubbio potrebbe collocarsi nel panorama internazionale se percorresse quella strada. Su questo punto sarebbe opportuno che la classe dirigente economica, gli istituti di credito e i mezzi di informazione facessero conoscere la propria opinione."

Paolo Berdini

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