Successo per il workshop ‘Corpografie’ di Enrico Pitozzi ad Amelia
(Avi News) – Amelia – Una riflessione intorno al corpo sulla scena contemporanea, muovendo l’indagine su alcune direttrici fondamentali come i sensi, il movimento e lo spazio. È quanto ha proposto Enrico Pitozzi, docente di forme della scena multimediale all’Università di Bologna, con il workshop ‘Corpografie’, sabato 20 e domenica 21 settembre, ad Amelia. L’evento, unica tappa nel centro Italia e seconda delle tre previste in tutta la penisola, fa parte di un progetto di Uilt nazionale e ha visto, infatti, la presenza del suo presidente Antonio Perelli e di quello regionale umbro Lauro Antoniucci.
“L’oggetto fondamentale dell’indagine – ha spiegato Pitozzi – è legato al funzionamento della percezione dei nostri sensi e all’analisi del movimento, cioè al modo in cui questa serie di informazioni servono per costruire un’azione, sia teatrale che di ordine coreografico. Nel corso si fanno una serie di riferimenti ad alcune espressioni sceniche contemporanee tra le più interessanti a livello nazionale e internazionale. Abbiamo, infatti, toccato il lavoro dei coreografi Saburo Teshigawara e William Forsythe, ma anche di Romeo Castellucci e altre figure centrali della scena contemporanea italiana ed europea”. “Uno dei temi cardine del workshop – ha detto ancora Pitozzi – è il concetto di presenza scenica, utile per evidenziare una serie di caratteristiche del percorso su percezione e ruolo dell’attore. La presenza scenica non è legata solo al corpo, ma lo oltrepassa come fosse una dimensione supplementare che sta intorno e gli permette di irradiarsi nello spazio come un’aura. Diventa, quindi, fondamentale l’uso dello spazio con tecniche e strategie di organizzazione della scena, dell’attore o del danzatore. Un ultimo elemento è il passaggio da queste pratiche a quelle dello spettatore: come guardare, con quali strategie e possibilità di esercitare un occhio radiografico in grado di vedere ciò che realmente non c’è sulla scena, quindi, interpretando il paradosso su invisibilità e inudibilità che è una dimensione essenziale per il teatro”.
Grande soddisfazione è stata espressa da Uilt per la risposta ottenuta in termini di partecipanti che sono giunti ad Amelia da Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio oltre che dall’Umbria. “L’evento – ha detto Antoniucci – è riuscito in pieno. Organizziamo questo tipo di percorsi per gli associati e affinché i nostri gruppi abbiano la possibilità di avere una qualità migliore quando si presentano sulla scena, perché è vero che facciamo teatro amatoriale, ma proprio per l’amore che ci muove in questa attività cerchiamo sempre di migliorare”. “La Uilt è una grande famiglia – ha concluso Perelli –. Siamo più di 12mila iscritti in tutta Italia e abbiamo più di 800 compagnie. Tutte queste persone vogliono, attraverso il teatro, trovare un po’ di libertà, spazio ed espressività, realizzazione dei propri sogni e delle proprie idee. Cerchiamo di aiutare gli iscritti a crescere qualitativamente, e non solo quantitativamente, per far sì che l’espressione teatrale sia qualcosa di significativo e coinvolgente. Ci sforziamo di aiutare le compagnie attraverso i nostri centri studi che sono in quasi tutte le regioni italiane e cercano di organizzare corsi di teatro e sperimentazione, oltre che percorsi nuovi, per elevare il livello culturale. Per noi non professionismo non vuol dire approssimazione e superficialità, ma dedizione spontanea e disinteressata all’arte del teatro”.
Carla Adamo

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