A Perugia c'è stato sei mesi disputando una ventina di partite siglando 4 reti in campionato e altre 4 in Coppa Uefa nel lontano 2003. Era l’anno di Serse Cosmi in panchina, del vulcanico Gaucci, era l’anno della Coppa Uefa appunto, conquistata tramite la vittoria in Intertoto. Massimo Margiotta, attaccante abruzzese ma nato in Venezuela, paese di cui ha vestito anche la maglia della nazionale, si fece ammirare per il suo spirito da lottatore che nel corso degli anni gli è valso il soprannome di “gladiatore”. Attualmente è responsabile dell’attività di base del Vicenza Calcio, squadra con cui, in 5 stagioni non consecutive, ha disputato la bellezza di 175 gare mettendo a segno 52 gol. 

 

Margiotta, che ricordi ha di quei mesi passati a Perugia?
Sei mesi bellissimi dove conobbi una delle famiglie più importanti del calcio (i Gaucci, ndr). Giocammo campionato e Coppa Uefa e fu veramente un momento intenso della mia carriera.
 

Sabato si gioca Perugia-Vicenza, son passati dieci anni dall’ultima volta e lei era presente..
Si, giocavo con la maglia dei veneti, ma mi ricordo poco o nulla. Mi pare che perdemmo 2-0, ma sa quando non segno e la mia squadra perde di solito resetto tutto (ride,ndr).
 

Se l’aspettava un Perugia così in questo avvio di campionato?
A dir la verità no. Ora come ora anche se ha fatto nove punti parlare di serie A diventa eccessivo, ma se la piazza perugina prende entusiasmo mai dire mai.
 

Falcinelli ha trovato la continuità che gli è mancata finora?
Ha delle grandi qualità e se gli viene data fiducia può fare un gran campionato. Non sempre acquisti l’attaccante da 20 reti e si dimostra tale, basta vedere l’anno passato con i vari Babacar, Mancosu,etc. Nessuno se lo aspettava che facessero così bene.
 

E il suo Vicenza che sta ancora completando la rosa, può trovare grosse difficoltà?

Abbiamo preso gente pronta come Di Gennaro, Ragusa e poi abbiamo Cocco che è un giocatore importante. Siamo una buona squadra e credo che siamo già preparati per il campionato, non pensiate che siamo già retrocessi.

 

Che gara sarà sabato?
Un grande spettacolo, ci sarà lo stadio pieno e si sfideranno due tifoserie importanti. Il calcio di per se vince quando c’è un tifo così. Io lavoro per il Vicenza e spero che faremo una grande partita ma non sarà facile.
 

Lei che collabora con i settori giovanili può spiegarci come mai in Italia i giovani vengono cosi poco valorizzati?
Innanzitutto servono più regole ma in alcuni casi mandarli in prestito in piazze importanti è un bene. Faccio l’esempio di Verre che a Perugia sta facendo grandi cose e sicuramente arriverà in alto. È vero però che a volte va di moda il fatto di sottovalutare i giovani ragazzi italiani. La colpa è anche di noi dirigenti che andiamo a pescare all’estero.
 

Com’è cambiato il calcio da quando giocava lei ad oggi?
Totalmente diverso, ma son cambiati i tempi, le mode, le abitudini e di conseguenza è cambiato tutto. Lo vedo con i ragazzi che ho io. Quando ero ragazzo c’erano regole diverse, orari diversi, ora ci son comportamenti di un altro tipo.

Federico Ricci 

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