I laghi fra passato e futuro, è stato il cuore del Convegno organizzato da Arpa Umbria e Isuc, che si è tenuto oggi a Terni.“Abbiamo voluto organizzare questa giornata per sottolineare l’evoluzione del rapporto storico fra l’uomo e l’acqua, un rapporto che ha dato grandi risultati in termini di sviluppo economico ma che oggi deve essere ripensato”, ha spiegato Svedo Piccioni Direttore Generale di Arpa Umbria.
Nel corso dell’incontro sono state analizzate realtà diverse di alcuni dei bacini lacustri più importanti del Centro Italia.
Miro Virili ha raccontatole trasformazione del lago di Piediluco che in due millenni da piccolo bacino lacustre è diventato il fulcro dell’agricoltura e dello sviluppo industriale della zona. Uno sviluppo però che non ha lasciato indenne l’ambiente  e lo stato di salute del lago. A partire dagli anni Ottanta, il lago di Piediluco ha visto il susseguirsi di piani per poter contenere i fenomeni di antropizzazione. “A partire dal 2005, il Ministero dell’Ambiente, attraverso il Piano Stralcio, ha dettato nuove regole per poter  salvaguardare il lago di Piediluco. Ma a distanza di dieci anni, l’affidamento di questo Piano all’Autorità di Bacino non ha avuto i risultati attesi” ha sottolineato Adriano Rossi di Arpa Umbria.

Corbara e Alviano, realizzati dall’Enel verso la fine degli anni Cinquanta, oltre allo  sviluppo energetico sono serviti e servono – secondo Rolando BaioccoAipai Lazio –  per la regolamentazione delle acque del Tevere, e quindi anche per la  salvaguardia del territorio.

L’ultima parte del Convegno è stata dedicata al lago Trasimeno. Angiolo Martinelli di Arpa Lazio ha spiegato che attraverso il recupero e la salvaguardia del lago si potranno avere benefici anche a livello energetico ed economico. “Puntare sulla qualità ambientale ci permette di risparmiare energia e di conservare l’ecosistema”, ha ribadito più volte.

“Quello che è emerso nel corso dell’incontro è che anche gli invasi naturali o artificiali, oltre alle acque correnti salvaguardate attraverso leggi e decreti appositi, sono stati fondamentali per lo sviluppo agricolo e industriale del nostro Paese. Nel corso degli anni, però, l’utilizzo della risorsa lago da parte dell’uomo- ha spiegato Renato Covino docente dell’Università di Perugia- ha messo in evidenza tutte le contraddizioni tra sviluppo antropico ed ecosistema. Con questo convegno si è cercato di capire se ci sono i presupposti per ricucire questo strappo”.

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