CITTA’ DI CASTELLO - “Il dialogo è l’unica via. In un momento di crisi e di guerra viene spontaneo chiudersi in noi stessi. Io penso invece che proprio questo è il momento in cui è necessario abbracciare il dialogo, aprirsi, provare empatia e sentirsi uniti nella disgrazia”: è con queste parole che Noa ha commentato le notizie di tragica attualità che riguardano Israele, il paese in cui risiede la sua famiglia, la Palestina e il Medio Oriente.

L’occasione è stata la conferenza stampa di presentazione del concerto in programma questa sera a Città di Castello, nell’ambito della 47ma edizione del Festival delle Nazioni, dedicato all’Armenia. Noa presenterà il suo ultimo album Love medicine, un titolo e una selezione di brani ideati e composti per mettere in luce i poteri curativi della musica e la sua capacità di evocare meditazione, compassione. E di farsi strumento nel percorso verso la pace.

Parla anche Gil Dor, partner musicale di Noa da venticinque anni: “Ci dobbiamo ritenere fortunati perché viviamo in un paese in cui è ancora possibile parlare e dire quello che si pensa senza essere arrestati. Anche Hamas è stato eletto in maniera democratica per così dire, ma se chiedi alla gente per strada a Gaza se pensa che ci sia libertà nel proprio territorio rispondono di no, non si sentono liberi. C’è un confine sottile tra quello che si può dire e quello che non si può dire, tra la democrazia e l'assenza di democrazia”.

Di nuovo Noa: “Tra un impegno e l’altro del tour, vado in Israele. E la situazione è terribile. Israele è un territorio piccolo come l’Umbria, ed è come paralizzato dalla guerra. Si sentono sirene, confusione, missili, bombe che esplodono vicino casa. Per fortuna però Israele ha un sistema di protezione molto valido e le persone sono più protette rispetto a culture e minoranze come quella yazidi che non hanno la possibilità di difendersi in maniera adeguata”.

Gil Dor: “La situazione è molto più complicata di quello che si legge nei giornali. Viviamo nel buio. La confusione non può però essere una scusa per non sapere e per stare in silenzio, perché i diritti umani fondamentali devono essere tutelati al di sopra di ogni cosa”.

Noa: “Noi stiamo correndo come degli insetti che vivono per terra. Il ruolo dell’artista è quello di alzarsi in volo per guardare da un altro punto di vista quello che sta succedendo sulla terra. Solo così non vedremo più confini e differenze ma solo la potenziale bellezza che c’è nella nostra terra. La nostra sfida è trovare la capacità di librarsi in volo nonostante le difficoltà, per offrire un altro punto di vista”.

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