di Arm.Alle.

 

PERUGIA - Quattro mani e due pianoforti. Così il Giappone incontra Santo Domingo. Un’altra coppia di grandissimi pianisti, Hiromi Uehara e Michel Camilo, hanno tenuto col fiato sospeso l’intera Arena Santa Giuliana. Dopo il dialogo tra Stefano Bollani e il bandolim di Hamilton De Hollanda, dopo Herbie Hancock e Wayne Shorter; ieri è stata un’altra notte magica per il main stage di Umbria Jazz.

C’è stato un originalissimo incontro tra il pianismo latino e lo sperimentalismo giapponese. Una coppia inedita che ha messo in mostra due talenti diversi, uniti da un sottile filo rosso: la passione per la musica.

Lei, formatasi al prestigioso Berklee College of Music di Boston (il College che organizza corsi per tutta la durata di Umbria Jazz), allieva prediletta di Ahmad Jamal, è diventa una stella del jazz. Lui ha diretto orchestre, composto colonne sonore per film e si muove nel mondo del jazz attingendo dalla musica classica  e dai ritmi caraibici.

Ieri sera, Hiromi è riuscita ad esprimere e trasmettere al pubblico numerosissime emozioni raccontandoci il suo mondo interiore. Dal canto suo, Camilo presenta un concerto con accostamenti davvero inediti incontrando l’originalità della pianista giapponese.  Ricordando a tutto il pubblico che è uno dei più straordinari performer jazz di oggi, una delle punte di diamante della scuola centro americana, culla dei migliori interpreti del latin jazz.

 

 

 

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