PERUGIA - Assente per cinque anni dalle scene, Doctor 3 ha dichiarato chiusa la pausa di riflessione ed e' tornato con un nuovo disco, uscito due mesi fa, ed una intensa attivita' live. Ieri il trio ha fatto visita ad Umbria Jazz per il primo dei concerti del festival in teatro, quelli che solitamente sono riservati al jazz per puristi. 

Al Morlacchi, molta attenzione per questa piccola grande band amatissima da un pubblico trasversale, per gusti musicali ed eta', che vuole ascoltare jazz ma che e' cresciuto con le canzoni pop e rock degli anni 60 e 70, sia italiane che anglofone. 

La formula in effetti non e' stata stravolta con la lunga pausa, e del resto undici anni di successi meritano bene una forte considerazione. La scaletta riprende quel filo interrotto e si rinnova nel repertorio. Doors, Cohen, Bee Gees, Beatles, Carole King, David Bowie, ma pure i grandi songwriters americani dell'epoca d'oro e qualche classica pagina jazz: Doctor 3 non si nega nulla e scava nella magia della canzone popolare tenendosi in bilico tra libera improvvisazione e rispetto della cantabilita' dei temi. 

Con risultati di livello assoluto, come una splendida Bye bye blackbird o una energica rilettura di Cheek to cheek. 

Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra sono forse il trio pianistico per eccellenza del jazz italiano, essendo riusciti a raggiungere quello che gli specialisti chiamano "interplay", ovvero la capacita' di suonare come un triangolo perfettamente equilatero in cui l'equilibrio tra le parti regna sovrano. 

Il pomeriggio all'insegna della classicita' ha preceduto la notte piu' "trasgressiva" di Umbria Jazz: una interminabile maratona di dj all'arena Santa Giuliana.

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