Umbria nona in Italia per la spesa nel settore cultura
Nel 2011 in Umbria la spesa erogata nel settore cultura è risultata pari a 125,66 euro pro capite, collocando la regione al nono posto in Italia, inferiore solo alle Regioni a statuto speciale, al Lazio, Veneto e Liguria. E' quanto risulta dall'analisi sui flussi finanziari nel settore cultura e servizi ricreativi della Regione, presentata stamani a palazzo Donini dai ricercatori dell'ente che l'hanno realizzata, presenti, tra gli altri, l'assessore regionale Fabrizio Bracco e il presidente della Fondazione Perugiassisi 2019, Bruno Bracalente.
Dal 2000 al 2011, la spesa totale in questo settore (che comunque si colloca al di sopra della media nazionale e risulta tra le più elevate d'Italia) è scesa del 5,3%, passando dai 96,33 euro pro capite del 2000 ai 26,10 del 2011. Questo - spiega la ricerca - sia per il venir meno dei sostegni statali, sia per la riduzione di fondi europei (a partire soprattutto dal 2009) e sia, infine, per la conclusione della stagione della ricostruzione dopo il sisma del 1997. Nonostante questo, l'Umbria nel 2011 presenta una quota di spesa in conto capitale per la cultura pari al 7,5% del totale della spesa pubblica (superiore a quella di Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia).
A sostenere gli investimenti dell'Umbria nel settore cultura, negli stessi 12 anni esaminati, sono state comunque le risorse aggiuntive dei fondi Ue e dell'ex fondo per le aree sottoutilizzate (il loro "peso" nel 2011 è calcolato al 13% della spesa totale). In Umbria la spesa culturale nel 2011 è stata erogata per circa il 44% dalle amministrazioni locali, che l'hanno indirizzata - sottolinea la ricerca - in prevalenza sull'acquisto di beni e servizi, riducendo al contempo gli investimenti (del 10% in media) e le spese per il personale (meno 3%).
Infine, la spesa delle famiglie umbre per la cultura, che è scesa dal 7,4% del 2000 al 6,9 del 2010, prima di tutto - secondo la ricerca - a causa del generale peggioramento delle condizioni economiche negli ultimi dieci anni. In base all'indice di fruizione di eventi culturali, la domanda in questo settore in Umbria risulta relativamente bassa, e con un calo maggiore che in altre regioni negli ultimi anni. Lo studio si conclude ribadendo che la cultura può essere una chiave di sviluppo per l'Umbria e che, in quest'ottica, la candidatura di Perugia a capitale europea della cultura 2019 può rappresentare la prima azione di ampio respiro per attuare quella che viene definita "una scommessa anche sulla creatività e sui giovani, per creare nuove opportunità di lavoro e di crescita professionale".




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