Messa a Cenerente in ricordo del Servo di Dio Vittorio Troncanelli
PERUGIA - Il 24 giugno 1998 moriva a Perugia il noto medico chirurgo Vittorio Trancanelli, fondatore, insieme alla moglie Rosalia Sabatini e ad alcune famiglie di amici, dell'Associazione "Alla Querce di Mamre" con sede a Cenerente. Realta' che opera attivamente con la Caritas diocesana per accogliere minori con mamme in particolari difficolta', promuovendo la testimonianza cristiana della carita' attraverso l'affido.
In occasione del 16/o anniversario della morte del dottor Trancanelli, per il quale lo scorso anno si e' conclusa la fase diocesana del Processo informativo sulla vita, virtu' e fama di santita', e' stata celebrata una messa dal cardinale Gualtiero Bassetti nella parrocchia di Cenerente.
Concelebranti sono stati mons. Domenico Cancian, vescovo di Citta' di Castello, padre Celestino Di Nardo, il ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini, ed alcuni sacerdoti diocesani e religiosi.
Per la partecipazione di centinaia di fedeli provenienti anche da fuori diocesi, la messa e' stata celebrata nella grande tensostruttura parrocchiale adiacente alla chiesa, dove riposano i resti mortali di trancanelli.
Il cardinale Bassetti - riferisce una nota dell'archidiocesi - nella sua omelia (il cui testo integrale e' consultabile su internet: www.diocesi.perugia.it e www.chiesainumbria.it), richiamandosi alla festa liturgica della Nativita' di San Giovanni Battista, ha offerto una meditazione in ricordo di due grandi profeti del passato: Geremia e Giovanni.
Parlando poi di Vittorio Trancanelli, ha ricordato che "il Servo di Dio non ha avuto una vita facile. La sua vocazione alla paternita' e' stata continuamente messa alla prova da malattie e timori. La sua vita professionale, condotta con esemplare donazione, e' stata anch'essa oggetto di sofferenze e umiliazioni. Ma il disegno di Dio su Vittorio non si e' fermato, tutt'altro. Ogni giorno, progressivamente, la sua disponibilita' alla chiamata del Signore si e' trasformata in opere di bene, di aiuto concreto al prossimo sofferente. Anche nella malattia che lo ha portato alla morte, Vittorio, come il profeta che conclude la sua vita senza aver portato a termine la sua missione, si e' reso strumento di grazia, perche' quanti gli erano intorno capissero che la sua breve esistenza non finiva in un fallimento, ma era ancora una volta la manifestazione della volonta' di Dio, che agisce con logiche ben diverse dalle nostre".
"Nel lento scorrere degli anni, il ricordo di Vittorio e la sua ''fama di santita''' non solo non sono svaniti – ha sottolineato il presule - ma rinvigoriscono sempre piu', alimentati da sempre nuove testimonianze sulla sua carita' verso tutti". "E' come se Vittorio - ha concluso il card. Bassetti - continuasse la sua professione di medico. Ora non interviene piu' con il bisturi, ma con la grazia di Dio".

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