28-29 giugno 2014 ore 20:30

Auditorium E.Baroni Via Adriatica 100 – P.S.Giovanni

sede operativa Theamus

ingresso libero

interpreti: Davide Agosta - Simone Bottoloni - Laura Martinetti - Viviana Miseo - Gabriele Piccini - Rebecca Romoli - Ilaria Savarese - Sara Schippa.

testo e regia: Lamberto Maggi

 

“Ciò che al bruco sembra la fine del mondo, per il mondo si chiama Farfalla” (Lao Tze [VII sec. a.C.])

SPETTACOLO TEATRALE DI FINE CORSO

 

La tossicodipendenza è questione troppo seria per essere affrontata da chi non ne abbia esperienza diretta o da chi non abbia speso la vita in studi puntuali “sul campo”. Noi sappiamo bene di non avere questo tipo di legittimazione. Ecco perché questo spettacolo, benché ispirato da una vicenda vera, ha il solo scopo di raccontare una storia. Vogliamo comunque, e con determinazione, parlare di questo problema così dolorosamente legato ai giovani (“...tutto il mondo c’entra!...” si dice nello spettacolo), fosse anche solo per non volersi rassegnare alla genericità di certi mezzi di informazione che troppo spesso sfumano i contorni degli accadimenti della cosiddetta “cronaca” diluendoli e scolorendoli dentro alla folta razione quotidiana di drammi.

“Il Guscio della Crisalide” è la storia di una condizione di sofferenza. È uno dei troppi drammi della droga che prende libero spunto da reali vicende di vita vissuta di una ragazza di Ponte San Giovanni. Questo argomento, così drammatico e difficile da affrontare, è stato proposto con grande passione dai ragazzi attori della scuola di teatro Theamus 2008. Sulla base di alcuni loro racconti, è stato costruito un testo teatrale di fantasia ma che purtroppo corrisponde, con drammatica realtà, alle esperienze di molti giovani vittime della “paura di crescere”.

La versione che l’attuale gruppo di allievi propone ora dopo 6 anni, alterna linguaggio teatrale e cinematografico. Il convincente lavoro cinematografico interpretato dagli stessi ragazzi, integra e completa la recitazione “in vivo” creando dei piani paralleli che arricchiscono il racconto ed ampliano la prospettiva scenica.

Elisabetta (Betta) è una ragazza sedicenne che ha già vissuto esperienze troppo pesanti per la propria sensibilità. Il profondo senso di angoscia verso una realtà che sente estranea la spinge a rinchiudersi nell’infido guscio della tossicodipendenza. Come in una crisalide, ormai sfinita, ha una sola speranza di librarsi in volo: trovare la forza per rompere quel maledetto guscio.

 

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