Umbrialibri/ Alla Sala dei Notari la “cinquina” finalista del “Premio Strega”
PERUGIA – Giuseppe Catozzella con “Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli), Antonio Scurati con “Il padre infedele” (Bompiani), Francesco Piccolo con “Il desiderio di essere come tutti”, Antonella Cilento con “Il piacere infinito delle donne” e Francesco Pecoraro con “La vita in tempo di pace” (Ponte alle Grazie): sono i cinque finalisti del premio Strega, che hanno trovato in “Umbrialibri 2014” il loro palcoscenico, a “nomination” appena avvenuta. I cinque finalisti del prestigioso premio letterario italiano (fondato a Roma nel 1947 da Maria e Goffredo Bellonci, il cui vincitore sarà proclamato nel primo giovedì di luglio al “Ninfeo” di Villa Giulia) sono stati presentati in anteprima alla Sala dei Notari da Filippo Della Porta, critico letterario, e dal direttore della Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi: Giuseppe Catozzella con la sua storia di Samia, una ragazzina di Mogadiscio che insegue il sogno di vincere le Olimpiadi di Londra 2012 ma il cui viaggio finisce tragicamente a Lampedusa; Antonio Scurati, con il suo romanzo-confessione di un padre in crisi di identità, che vaga (quasi) incolume fra le macerie della società dei consumi; Francesco Piccolo, con la storia della formazione di una coscienza dalla giovinezza all’età matura; Antonella Cilento con le sue storie di piacere nella Napoli barocca; e Francesco Pecoraro, con il suo protagonista Ivo Brandanti, ingegnere 69enne, antieroe contemporaneo perduto tra la logica della ragione e la follia del desiderio che “muore di luna piena”.
Di un travolgente recupero della “eredità letteraria” di Louisa May Alcott, la famosa autrice americana di “Piccole donne”, e segnatamente di un manoscritto ritrovato della scrittrice, composto all’età di 17 anni, hanno parlato al Centro dei Servizi Camerali “Galeazzo Alessi” Daniela Albanesi, Cesare Catà, Giovanni Dozzini, Valeria Mastroianni, Lorenza Ricci, in una iniziativa sponsorizzata dal Centro Per le Pari Opportunità della Regione Umbria e dalle Edizioni “Jo March Literary Agency”. Il manoscritto perduto fu avventurosamente ritrovato nel 1995 da due filologi americani nella “Houghton Library”: titolo, appunto, “The Inheritance”, “L’eredità”, prima prova letteraria conosciuta dell’autrice di “Piccole donne”. Scritto nel 1849, Louisa May Alcott racconta le vicende della tenera e bellissima Edith, una giovane italiana rimasta orfana e ospitata presso una famiglia benestante inglese. Il rapporto stretto e fraterno tra Edith e la famiglia Hamilton e, in particolare, con la giovane Amy, ricorda – hanno sottolineato i relatori – linee e protagonisti del romanzo maggiore, pubblicato nel 1869. “Un piccolo gioiello” – è stato definito – che verrà presto pubblicato in edizione italiana.

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